Le rivolte nelle carceri hanno fatto scattare varie indagini da parte delle Procure.Ed è quanto successo anche a Santa Maria Capua Vetere dove i giudici stanno indagando su quanto è avvenuto il 6 aprile, quando è scattata una rivolta da parte dei detenuti legata all’emergenza coronavirus e, in particolare, ad alcuni casi di contagio che si sono verificati nell’istituto penitenziario. Dopo la rivolta fu disposta una perquisizione nelle celle, con il ritrovamento strumenti atti a offendere, sfociata in tensioni durante le quali rimasero contusi alcuni poliziotti. L’ufficio inquirente è impegnato ad accertare se ci siano state o meno presunte violenze sia ai danni dei detenuti sia nei confronti della Polizia Penitenziaria. Il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, quello di Napoli, Pietro Ioia, e l’associazione Antigone hanno denunciato nei giorni scorsi presunte violenze sui carcerati pubblicando file audio e foto di un detenuto con addosso i segni di presunte manganellate.

“Stiamo raccogliendo queste denunce – ha dichiarato Antigone nei giorni scorsi – in sinergia con alcuni dei familiari che ci hanno contattato, al fine di valutare la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica affinché si possa far luce su quanto avvenuto. Abbiamo inoltre girato queste segnalazione anche al garante nazionale per le persone private della libertà, al garante regionale per i diritti dei detenuti e al magistrato di sorveglianza competente, affinché si possano attivare in merito”.

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