C’era anche il cadavere di una ragazza incinta di 24-25 anni a bordo della nave ‘Bruno Gregoretti” dalla quale sono sbarcati stamani nel porto di Napoli 463 migranti. I profughi sono giunti al molo 21 dello scalo partenopeo provenienti da operazioni di salvataggio lungo le coste libiche. Tra i migranti molte donne e bambini (circa una ventina) che hanno ricevuto l’assistenza, insieme con gli altri migranti, delle unità di soccorso e sanitarie, coordinate dal prefetto, Gerarda Pantalone, che sta seguendo le operazioni dall’alba. ”La macchina organizzativa sta funzionando alla perfezione – dice all’Ansa il prefetto – sono impegnati uomini e mezzi di vari enti e associazioni di volontariato come Croce Rossa, Protezione civile della Regione, Comune di Napoli, Caritas oltre alle forze dell’ordine”. Circa 160 migranti, fa sapere il prefetto, resteranno in Campania e saranno avviati a strutture di accoglienza nelle province di Napoli, Caserta, Salerno. Per una decina di casi è stata necessaria un’assistenza sanitaria particolare ”I bambini – racconta il prefetto – hanno gradito, in particolare, il latte caldo offerto loro; sono state distribuite anche coperte, felpe, pantofole e scarpe per alleviare le sofferenze dei migranti, oltre al cibo, naturalmente”. ”La Caritas – sottolinea il prefetto Pantalone – ha preparato 800 pasti”. Tra i circa dieci casi bisognosi di interventi sanitari particolari, da segnalare tre ustionati; sette hanno ricevuto assistenza ospedaliera. Complessivamente nelle operazioni di soccorso ai migranti (la gran parte dei quali maschi, 437) sono impegnate alcune centinaia di persone compresi i volontari, fa sapere il prefetto che prosegue nell’azione di coordinamento. L’intervento proseguirà per l’intera giornata anche per l’espletamento delle procedure di ‘fotosegnalamento’.

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