Dalle prime ore dell’alba i Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 soggetti (7 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al furto in appartamento aggravato in concorso.
L’indagine ha coperto un periodo compreso tra il maggio 2012 e il novembre 2012 e di accertare, attraverso le intercettazioni telefoniche, la commissione di furti commessi nei territori di Caserta, Napoli, Salerno e Avellino. I destinatari della misura cautelare in esame sono tutti soggetti che provengono da Napoli.
L’operazione è stata denominata ” porta a porta “, in quanto gli indagati, per verificare la presenza nell’immobile dei proprietari od usuari e fingendosi venditori ambulanti, citofonavano all’abitazione individuata, accertandosi della presenza o meno degli interessati, e in caso di assenza entravano nell’abitazione mediante la effrazione di porte o finestre.
L’indagine ha preso l’avvio da un tentativo di furto commesso il 29 maggio 2012 all’interno di un appartamento situato nel territorio di Portico di Caserta e attraverso un numero di targa di un’autovettura, la cui presenza era stata rilevata prima del tentativo di furto e aveva suscitato un certo sospetto, proprio a causa del ripetersi in zona di altri episodi di furto. Da qui una immediata, intelligente e capillare attività investigativa da parte dei Carabinieri aveva consentito di identificare alcuni componenti del sodalizio responsabile del tentativo di furto. L’attività successiva, escussione di persone informate dei fatti, perquisizioni, applicazione di GPS, localizzazione personale con il ricorso all’esame delle c.d. celle, riferite ad apparecchi cellulari, e, in particolare intercettazioni telefoniche, portavano gli investigatori ad individuare molti dei componenti l’associazione in parola e a ricostruire il loro modus operandi, basato sull’utilizzo in genere di due autovetture, di strumenti atti all’apertura forzata di porte e finestre e di apparecchi ricetrasmittenti atti a comunicare velocemente tra di loro, in particolare tra coloro che fungevano da “vedette”, posizionate all’esterno delle abitazioni e i compiici che si introducevano all’interno delle stesse, con lo scopo di lanciare l’allarme in caso di ritorno dei proprietari.
I furti venivano commessi in genere nella tarda mattinata o in serata, prediligendo abitazioni situate in grandi condomini, ove maggiori erano le probabilità di trovare appartamenti liberi dai residenti.