NAPOLI – C’è esasperazione tra i lavoratori campani che ormai da mesi combattono tra vertenze impossibili e cassa integrazione. Esasperazione scoppiata quando dal palco di Piazza Matteotti ha iniziato a parlare il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. A pochi minuti dall’inizio del suo intervento, che stava affrontando il problema degli sprechi pubblici e della necessità di tagliarli per rifinanziare la spesa sanitaria, si alza il coro “buffone, buffone” “lavoro, lavoro”.
Bonanni, chiaramente infastidito, dal microfono parla di provocatori che da sempre si annidano nelle manifestazioni sindacali parole che poi ripete anche ai nostri microfoni “Non confondiamo – commenta – una piazza con 30mila persone – aggiunge – con il solito sparuto gruppo di provocatori politicizzati. La piazza era tutta con noi”.
Ma Bonanni sbaglia a sottovalutare il malumore che serpeggia nella base dei sindacati. Gli operai molte volte si sentono non tutelati, soprattutto in vertenze difficili dove la difesa del posto di lavoro è soltanto un miraggio. Da Piazza Matteotti bisognerebbe raccogliere il messaggio della necessità di uno sciopero generale, di una lotta ad oltranza in difesa dei posti di lavoro e dei diritti.
Sommerso di fischi anche l’intervento di Angeletti, leader nazionale della Uil. Il suo discorso è stato salutato dal coro “venduti, venduti” lanciato dalle delegazioni, della Firema, della Irisbus e Fincantieri. Tre fabbriche simbolo della crisi e della lotta operaia in Campania.
Angelo Golia