Probabilmente e’ stata una persona che conosceva, ed a cui forse aveva fatto del bene, ad uccidere Vincenza Sarnacchiaro, 93 anni, ex professoressa di matematica nei licei, nel suo appartamentino nel centro storico di Napoli. Dopo il docente universitario ridotto in fin di vita lunedi’ notte nei pressi di Viterbo, un’altra anziana e’ finita nel mirino di rapinatori violenti pronti ad uccidere.
Il ladro potrebbe averla sorpresa nel sonno, ed e’ stata sufficiente una leggera pressione del cuscino sul volto per ucciderla. E proprio dal cuscino si hanno prime tracce determinanti per comprendere cosa e’ successo e dare una identita’ all’autore del delitto di via San Giuseppe dei Nudi. Sul guanciale che copriva il volto di Vincenza Sarnacchiaro, quasi 94 anni, insegnante di matematica in pensione, trovata morta dalla polizia allertata da un amico di famiglia a Napoli in un appartamento a soqquadro, infatti, la Scientifica ha repertato tracce biologiche. L’aggressore, o gli aggressori, hanno cercato affannosamente nell’appartamento al piano ammezzato un bottino che, forse, non c’era. L’abitazione, infatti, era in uno stato di abbandono, con poche suppellettili, e in precarie condizioni igieniche. La scoperta del cadavere della donna riverso sul suo letto e’ stata fatta da un parente acquisito, un uomo di 75 anni, che per lei riscuoteva la pensione e che ha chiamato il 113 pochi minuti prima delle 11.
La ”signora dei colombi”, come la chiamavano per l’ abitudine di nutrire ogni giorno stormi di questi uccelli, potrebbe essere stata tradita da qualcuno che aveva ospitato recentemente in casa. E’ una delle ipotesi allo studio della Squadra mobile di Napoli, che indaga sull’omicidio. Le persiane del balcone di casa, che stamattina alle 8 erano chiuse, hanno attirato l’attenzione di un vicino, Benito, che abita in un terraneo sottostante all’abitazione della donna. A quell’ora Vincenza Sarnacchiaro, lucida ed in buono stato di salute nonostante l’ eta’ (”faceva ginnastica ogni mattina”, racconta un pronipote) era gia’ in piena attivita’. Alle 5, pero’, un panettiere l’avrebbe vista sul balcone. L’ora della morte si dovrebbe dunque situare dunque tra le 5 e le 10, quando un nipote che si e’ recato a casa l’ha trovata riversa sul letto, con un cuscino sul volto. Era una donna di cuore Vincenza Sarnacchiaro, nonostante la personalita’ forte che le attirava delle antipatie. Non si era sposata, ma aveva cresciuto e fatto studiare fino a farlo laureare in fisica un figlio di Benito. Oltre agli animali – fino a qualche anno fa i gatti, oltre ai colombi, una vera passione – faceva del bene ai mendicanti. Qualche nomade rom andava a casa sua, e riceveva piccole elemosine. ”Ma qualche giorno fa – racconta il pronipote, Gaetano Sarnacchiaro, avvocato – zia Enza aveva avuto la brutta sorpresa di non trovare piu’ le chiavi di casa dopo aver fatto entrare in casa una zingarella, ed aveva subito dato incarico ad un cugino, Vincenzo, di cambiare la serratura di casa”. La porta dell’abitazione non e’ stata forzata e dunque l’anziana potrebbe aver aperto a qualcuno che conosceva. Nel piccolo appartamento, due stanze piu’ bagno, la polizia ha trovato tutto a soqquadro. La prima ipotesi, in attesa dell’ autopsia, e’ che l’ ex professoressa di matematica sia morta per soffocamento. ”Ma in casa non c’erano denaro ne’ oggetti di valore – dice il pronipote – lei viveva con una pensione di 1100 euro circa, spesi per il cibo ai colombi, per qualche elemosina, per qualche puntata al Lotto del quale era appassionata, e per lo stretto indispensabile”. Davanti alla palazzina, tra gli abitanti del quartiere, lo stupore e’ il sentimento dominante. In via San Giuseppe dei Nudi i residenti vivono da generazioni. Si conoscono tutti e gli episodi di criminalita’ sono rari. Non tutti amavano l’ex professoressa. Afflitta da una patologia all’udito, che le faceva sentire dei sibili, aveva sviluppato delle fobie. ”Diceva che non la lasciavano dormire”, racconta il pronipote. La stessa accusa la rilanciano alcuni vicini. ”Trascinava pesanti sedie che facevano molto rumore”. Neanche la passione per i colombi era condivisa. Stamattina i colombi hanno volato a lungo e si sono posati sul balconcino al primo piano della vecchia palazzina di via San Giuseppe dei Nudi, aspettando il cibo che non e’ arrivato.