CASTEL VOLTURNO – Due distinte cerimonie oggi a Castel Volturno (Caserta) per commemorare la strage dei sei ghanesi avvenuta poco dopo le 9 di sera del 18 settembre 2008 al chilometro 43 della Domiziana e firmata con modalità terroristiche da Giuseppe Setola, a capo della fazione del clan dei Casalesi, e dal suo gruppo di fuoco.

Due eventi ai quali non ha preso parte la comunità dei residenti italiani. Al Municipio di Castel Volturno, che per la prima volta in questi quattro anni ha ospitato decine di rappresentanti della folta comunità ghanese, la cerimonia “istituzionale”, organizzata dall’ associazione “Mo Basta”, con la presenza del prefetto Carmela Pagano, del questore Giuseppe Gualtieri, del Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo, del commissario prefettizio di Castel Volturno Antonio Contarino e dei sindacati confederali, in particolare della Cgil che ha appoggiato l’evento. A circa sedici chilometri di distanza, sulla statale Domiziana di fronte alla sartoria etnica teatro della strage, la commemorazione organizzata dal Centro Sociale Ex Canapificio, con la presenza del pm della Dda di Napoli Cesare Sirignano, l’appoggio di associazioni come Libera, e la presenza di studenti, come quelli provenienti dall’Istituto Tecnico Commerciale Leonardo da Vinci di Santa Maria Capua Vetere. Quasi del tutto assenti, invece, ad entrambe le manifestazioni i residenti italiani, una circostanza stigmatizzata dal procuratore Lembo: “Se dovessimo misurare la speranza nel futuro di questa terra dalla presenza dei cittadini – ha detto l’alto magistrato – dovremmo allora cadere nel pessimismo”. Mentre Renato Natale, medico volontario che ogni giorno assiste gli immigrati all’ambulatorio della Centro della Caritas Fernandes e presiede l’associazione Jerry Essan Masslo, auspica “che il prossimo anno si riesca ad organizzare un unico evento per commemorare i ghanesi provando a coinvolgere maggiormente la cittadinanza locale”.

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