Come una discarica. Abusiva. E a cielo aperto. L’isola ecologica di Succivo è uno schifo. È sprovvista di tutte le più elementari misure di sicurezza. Menomale che è comunale. Anzi, purtroppo è comunale. E sì, perché se l’area versa in queste condizioni la colpa è solo ed esclusivamente dell’amministrazione griffata, sulla carta, dal sindaco Gianni Colella. De facto, anche in questo caso purtroppo, il vero primo cittadino è Salvatore Papa, alias il “Papino”. Nelle precedenti puntate dell’inchiesta di Campania Notizie abbiamo rimarcato che l’addetto alla struttura è il cognato di Papa. Tale Michele Aletta, notissimo alle cronache giudiziarie per il suo coinvolgimento in processi per reati di camorra. Parimenti famoso per il suo ruolo determinante di picchiatore del clan locale Mundo-Lucariello. Come pesta lui commercianti e imprenditori che vorrebbero sottrarsi al cappio delle estorsioni non lo fa nessuno. Un vero esperto, competitivo a livello internazionale. Quando abbiamo segnalato l’inopportunità di piazzare il cognato come addetto all’isola ecologica il vicesindaco Papa è andato su tutte le furie scaricandoci addosso, rivolgendosi al sottoscritto, valanghe di improperi (“capra”, “ignorante”, “ma quale giornalista, vai solo in cerca di celebrità!”, sono quelli meno pesanti). Con altrettanta veemenza ha preso le difese di Aletta, innocente e persona perbene. Prima o poi il Parlamento dovrà approvare una legge per stabilire una volta per tutte quali sono i criteri per essere catalogato come persona “per bene” o come persona “per male”. Sarà poi il presidente Mattarella a promulgarla così sapremo finalmente chi è ‘o bbuono e chi ‘o malamente, come cantano gli Almamegretta in un brano da ascoltare.

A nostro avviso, considerati gli interessi della criminalità organizzata nel settore rifiuti, indicare Aletta quale controllore dell’isola ecologica equivale ad affidare le pecore al lupo. Non è così per Papa. Dal suo canto non ha torto. Il cognato intasca come lavoratore socialmente utile un’integrazione salariale di circa 600 euro mensili. Anche Aletta deve mettere il piatto a tavola. Sempre meglio che romperli in testa a chi accenna a ribellarsi al racket. Prima di sgranare il lungo rosario di irregolarità che hanno trasformato l’isola ecologica in una discarica a cielo aperto, accendiamo i riflettori sulla scelta della dislocazione. Talmente cervellotica o talmente studiata a tavolino che anche un virgulto comprenderebbe che si è configurato un grave danno erariale ai danni dei cittadini di Succivo. La struttura in affitto insiste in via D’Acquisto su un’area privata di circa 500 mq. Il canone a carico dell’ente locale, quindi della gente, è di oltre 22mila euro annui. Perché non si è optato per altre zone di proprietà del Comune? Come mai l’efficientissima giunta Colella non ha utilizzato un terreno pubblico, quindi a costo zero per l’ente, cioè per la collettività? Riavvolgiamo la pellicola per proiettare il film delle violazioni di legge tuttora perpetrate all’interno dell’isola ecologica nell’auspicio, o meglio con la certezza, che i carabinieri (stazione di competenza o Noe) intervengano al più presto per la tutela della salute pubblica.

Prima irregolarità. È stata richiesta l’Aua? Cos’è? L’Autorizzazione Unica Ambientale, una specifica forma di autorizzazione introdotta dal D.P.R. 13 marzo 2013, n. 59 (in vigore dal 13 giugno 2013). L’Aua, rilasciata dalla Regione, dura 15 anni dalla concessione. Il rinnovo deve essere richiesto almeno 6 mesi prima della scadenza: solo nel caso in cui non sia cambiato nulla si potrà fare riferimento a quanto già depositato. È possibile visionare l’Autorizzazione Unica Ambientale? La risposta di Papa il “Papino” sarà sicuramente questa: “capra, ciuccio, bestia”. Quando non si hanno argomentazioni valide si passa alle offese personali. Vecchia storia. Ma i cittadini sono meno stupidi dei politici. Seconda irregolarità. La rampa per gli scarrabili è nascosta dalla figura ingombrante di Aletta? A prima vista non c’è. Pure a seconda e terza e quarta vista. Terza irregolarità. Non c’è traccia dell’impianto antincendio. Possibile mai che all’interno di un’isola ecologica che “ospita” rifiuti differenziati non ci siano le adeguate misure per fronteggiare eventuali incendi? A Succivo sì. Quarta irregolarità. Dove sono gli spogliatoi e i servizi sanitari? Forse in un seminterrato?

Quinta irregolarità. Nessuno si è ancora accorto dei furti sistematici di metalli, soprattutto di rame, che puntualmente causa lo “svuotamento” di apparecchiature elettriche ed elettroniche depositate ogni giorno? È evidente che si tratta di un traffico illecito di merce. Non è da escludere che il Comune prima di effettuare i controlli per evitare la “cannibalizzazione” degli oggetti stia aspettando che si portino via pure il terreno. Sesta irregolarità. Non c’è la pavimentazione impermeabilizzata prevista dalla normativa per evitare infiltrazioni che possano inquinare la falda acquifera. Settima irregolarità. Incredibilmente non è stato realizzato un raccoglitore dei liquami tossici per depurare le sostanze nocive prodotte dai rifiuti.

Ci fermiamo a 7 perché altrimenti il numero delle pagine potrebbe sfiorare quello dell’antico testamento. Eppure per il “sindaco” Papa è tutto a posto. Per sua sfortuna ha bisogno di un oculista bravo. Per fortuna dei cittadini ci penseranno gli inquirenti a mettere l’isola ecologica a norma. Nel frattempo un’amministrazione comunale quanto meno decente la chiuderebbe in via cautelativa. Perdete ogni speranza voi che entrate… a Succivo. Sono in vigore le leggi dello Stato Pontificio.

Mario De Michele

 

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