La scossa di magnitudo 4.9 che ieri sera ha scosso il Matese è stata avvertita dalla popolazione nel raggio di 150 chilometri, fino a ridosso della costa adriatica. La ‘voce’ del terremoto è stata però molto debole, tanto che il suo ‘rombo’ è stato udito solo nelle zone limitrofe all’epicentro. A dirlo sono le oltre 3.300 segnalazioni dei cittadini iscritti al servizio ‘Hai sentito il terremoto?’ che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha istituito per monitorare in tempo reale gli effetti dei terremoti italiani e per informare la popolazione sull’attività sismica.
Le vibrazioni della scossa registrata ieri alle 18:08 sono state avvertite in maniera distinta ”nel raggio di 100-150 chilometri, in una vasta area compresa tra Frosinone, Salerno, Foggia e i Comuni a sud di Chieti”, spiega Valerio De Rubeis, ricercatore Ingv che ha mappato le indicazioni degli utenti. La zona in cui la popolazione ha avvertito di più la scossa (rilevando alcune lievi lesioni negli edifici tipiche del sesto grado della scala Mercalli) ”corrisponde quasi perfettamente con la zona dell’epicentro individuata dai sismografi, e questo – precisa De Rubeis – ci dimostra l’efficacia di questa rete di monitoraggio”. Gli oggetti sono caduti dalle mensole e dalle credenze nel raggio di 10-20 chilometri, mentre gli infissi e i lampadari hanno oscillato nel raggio di 25 chilometri in una lingua di terra che si spinge fino al Gargano e che si allunga verso sud fino a Napoli e Gaeta. Le mappe Ingv dimostrano infine che nell’area partenopea le vibrazioni risultano amplificate, un dato che conferma quanto già rilevato in occasioni di sismi precedenti.