Chiunque, anche Daniel Barbosa “La bestia delle Ande”, ma non lei. Nell’ufficio tecnico del Comune di Orta di Atella a Lina Capuano preferiamo il serial killer colombiano (72 vittime accertate, se ne ipotizzano 150). In passato, pure quello recente, di morti e feriti l’architetto-assessore ne ha fatti a iosa. Un cimitero. La gestione tecnico-amministrativa della Capuano dovrebbe essere celebrata oggi 2 novembre. Sotto l’ala, e non solo, protettrice di Angelo Brancaccio, si è crogiolata nel cemento uscendone sporca ma ricca. C’è gente che per soldi si venderebbe anima e corpo al diavolo. Non paga, è notoriamente insaziabile sotto tutti i punti di vista, l’ex suddita dell’impero brancacciano ha cercato in ogni modo, con un’inversione di ruoli, di penetrare nell’Utc ortese. Con un ribaltamento di posizione si sta sbattendo da mesi per convincere gli amministratori locali a puntare su di lei. Ha bussato a molte porte per farsi spingere con forza per essere catapultata sul comodo letto di un posto da dipendente comunale.

È uscita dai panni quando è venuta, in senso motorio, a sapere che il sindaco Andrea Villano voleva chiamare un tecnico esterno per affidargli l’area urbanistica. Si è inginocchiata davanti al primo cittadino per ottenere, definiamolo così, un impegno orale. Per fortuna Cicciobello non le ha dato il ciucciotto. E ha optato per un bando in base al quale a capo dell’Urbanistica ci sarà (incarico art. 110) Francesco Mattiello di Carinaro, omonimo dell’attuale tecnico comunale che si occupa di Lavori pubblici. Come dicevamo, all’altro Mattiello, che metterà piede nell’ufficio per la prima volta la settima prossima, spetterà il fardello di prendere le redini dell’area urbanistica. Voleva prenderlo la Capuano. Ma Villano non gliel’ha dato. Menomale. In caso contrario si sarebbe dimostrato più sadico e necrofilo della “Bestia delle Ande”. Sia come tecnico che come assessore e consigliere comunale la Capuano ha assunto qualsiasi posizione politica pur di accontentare Brancaccio. Che ricambiò, come faceva con i suoi accoliti, con bastone e carota. A dire il vero con l’architetto fece ricorso più al bastone. Con estremo piacere di entrambi.

Nel momento in cui si è aperto un buco nell’Utc l’insaziabile Capuano, cacciata dalla porta, sarebbe voluta rientrare dalla finestra. Però si è scontrata contro il “no” di Villano: “Se mi consenti, spetta a me riempire il buco, tu non sei adatta”, le ha risposto. Come dare torto al sindaco? Ai tempi del boom edilizio l’ex assessore e la sua famiglia hanno fatto affari d’oro. Molti coperti da un inquietante cono d’ombra. La Capuano Costruzioni è stata chiamata in ballo da diversi pentiti dei Casalesi. L’allora marito, Pasquale Garofalo, è stato accusato di essere un “prestanome” del figlio di Sandokan, Nicola Schiavone, anche quest’ultimo oggi collaboratore di giustizia.

Nello scrigno dei gioielli falsi della Capuano è custodita alla la mega truffa, di cui si è occupata Campania Notizie, ai danni della signora Chiara Pacifico. Un raggiro di 340mila euro nonostante il marito della truffata fosse affetto da Sla, paraplegico e cieco. Chiunque si starà chiedendo come sia possibile che con un curriculum così la Capuano pretendeva di essere assunta all’Utc. In realtà c’è un perché. Durante l’Eldorado brancacciano, periodo in cui anche i comunisti di facciata hanno realizzato casette abusive (non quelle dell’acqua), l’architetto partecipò al concorso indetto dal Comune di Orta di Atella per due posti di istruttore tecnico. Primo si piazzò Raffaele Villano, cugino dell’attuale sindaco, che fu assunto. Con l’approdo dei due Mattiello sarà il responsabile dell’area Ambiente e Cimitero. Ma è molto probabile che da qui a breve se ne andrà a lavorare in un altro ente locale.

Seconda classificata, guarda caso, arrivò la Capuano che però non fu inquadrata perché l’amministrazione comunale andò in dissesto finanziario. Così come quello per assumere Carlo Mozzillo, genero del politico-collocatore Carmine Vozza, si vocifera che il concorso sia stato truccato. Nel primo caso abbiamo prove e testimoni. Nella seconda circostanza non abbiamo elementi concreti. Per ora.

Mario De Michele

 

L’INTERVISTA A CHIARA PACIFICO

 

LA CONFESSIONE DI ANGELO BRANCACCIO

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