Nessuna delle cinque liste in campo per le elezioni provinciali del 18 dicembre rispetterebbe le quote rosa in rapporto a quanto la legge, vale a dire la 56 del 2014, stabilisce. La legge che ha ridefinito l’ordinamento delle province, infatti, al 71 (si compone si un solo articolo), recita: Nelle liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento del numero dei candidati”. E a questo punto nessuna delle cinque liste in campo sarebbe in regola, poiché lo stesso comma recita: “In caso contrario, l’ufficio elettorale di cui al comma 29 riduce la lista, cancellando i nomi dei candidati appartenenti al sesso più rappresentato, procedendo dall’ultimo della lista, in modo da assicurare il rispetto della disposizione di cui al primo periodo. La lista che, all’esito della cancellazione delle candidature eccedenti, contenga un numero di candidati inferiore a quello minimo prescritto dal comma 26 è inammissibile. E ad Ascoli Piceno una delle liste in campo, L’altra Provincia, è stata esclusa dalle elezioni proprio perché aveva una sola donna in campo, e riducendo il numero dei candidati si sarebbe arrivati al di sotto della soglia minima indispensabile per prendere parte alle elezioni. A Caserta nessuna lista correrebbe comunque questo rischio, ma sulla base del 40 per cento noni rispettato di dovrebbe procedere alla esclusione di un candidato maschio, procedendo dall’ultimo della lista, per arrivare a 15 candidati consentendo alle donne presenti in lista di rappresentare il 60 per cento del totale. Nelle liste seguenti ecco in neretto i nomi delle donne e di chi avrebbe corso il rischio di uscire fuori:
Giorgio Magliocca:

Caserta al Centro:
Cafaro Celeste (Bellona), Crisci Pasquale (Santa Maria a Vico), Cunti Nicolina (Roccaromana),De Rosa Marcello (Casapesenna), Diana Antonio (Liberi), Diana Olga (Aversa), Delli Colli Emilia (Rocca dâ Rocca D’Evandro), Golino Antonio (Marcianise), Iovino Giovanni (Cellole), Falco Michele (Parete), Madonna Gaetano (Marcianise), Marotta Vito (San Nicola la Strada), Parlapiano Michela (Liberi), Russo Massimo (Caserta), Sferragatta Nunzio (Maddaloni), Trovato Liliana (Caserta)

La Provincia al Centro:
Campolattano Angelo (Maddaloni), Caturano Filippo (Cervino), Cusano Antonio (Ruviano), De Lucia Clemente (San Felice a Cancello), D’Agostino Maria Grazia, Diana Patrizia (Liberi), Ferraro Antonio (Santa Maria a Vico), Fracasso Simona (Tora e Piccilli), Frasca Pamela (Teano), Giuliano Maddalena (Pignataro Maggiore), Lanzone Vincenzo (Ailano), Perrotta Michela (Casagiove), Raiano Antonio (Curti), Salzillo Pasquale (Marcianise), Santagata Vincenzo (Gricignano D’Aversa), Zoppi Pasquale (Casal di Principe)

Per il sindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto:

‘Uniti per Terra di Lavoro‘: Basile Francesco, Caimano Maria, D’Angelo Danilo, Del Rosso Maurizio, Di Matteo Andrea, Di Muccio Silvia, Grieco Assunta, Massaro Carla, Lauretano Francesco, Pezzella Biagio e Scalzone Teodoro.

Fratelli d’Italia: Amoroso Aniello, Boggia Andrea, Caiazzo Anna Michelina, Crisci Gaetana, D’Albenzio Valentina, Diana Immacolata, Golini Vincenzo, Milone Giovanni, Napoletano Pasquale, Nuzzo Igino, Oliva Alfonso, Santillo Mariagabriella, Santonastaso Paolo, Serino Martuccio, Vigliotti Alessandra

Per Antonio Mirra:
Partito Democratico: Capraro Mariangela, Cesaro Paolo, Cioffi Stefano Antonio, Corvino Gianluca, De Chiara Tiziana, Donisi Matteo, Fabiano Maria Grazia, Falcone Carloantonio, Guida Vincenzo, Landolfi Alessandro, Lettera Salvatore, Marcigliano Ciro, Nazaria Maria, Tagliafierro Imperia, Tagliafierro Pasqualina, Vagliviello Giovanni.


Dunque, per le due liste di Giorgio Magliocca a rischio esclusione Sferragatta Nunzio (Maddaloni) e Zoppi Pasquale (Casal di Principe),
per le liste di Stefano Giaquinto a rischio esclusione Scalzone Teodoro per Uniti per ‘Terra di lavoro’ e Serino Martuccio per ‘Fratelli dìItalia’. Per la lista del Pd, e quindi per il candidato Antonio Mirra, a rischio esclusione Vagliviello Giovanni di San Marco Evangelista.
Ma, c’è un ‘ma’. Ed ecco che lo stesso comma 71 della legge 56, dopo la dicitura “Nelle liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento del numero dei candidati”, precisa: “con arrotondamento all’unità superiore qualora il numero dei candidati del sesso meno rappresentato contenga una cifra decimale inferiore a 50 centesimi”.
Una precisazione che meglio non si sarebbe potuta scrivere se l’intento fosse stato quello della poca chiarezza. Ma non sarebbe più l’Italia se le leggi, finalmente, fossero scritte con chiarezza. Qualcuno provi ad interpretare la legge regionale della Campania per l’elezione del Presidente, per esempio, e ci faccia sapere!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui