«Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee. Personalmente sono del tutto estraneo alle indagini»: così l’europarlamentare napoletano Andrea Cozzolino sul Qatargate. «Non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio – prosegue Cozzolino – sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede». «Inoltre non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza – puntualizza ancora l’europarlamentare – né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica». Cozzolino si è autosospeso temporaneamente dal gruppo S&D. Il suo assistente Francesco Giorgi — compagno di Kaili — è stato arrestato nell’ambito della stessa inchiesta. Cozzolino ha spiegato in una lettera al capodelegazione Brando Benifei e alla capogruppo Iratxe García Pérez, che ha annunciato che i socialisti si costituiranno parte civile, di avere deciso di autosospendersi in continuità con la sospensione dalla presidenza della Delegazione per le relazioni con il Maghreb «per tutelare me stesso, la mia moralità, la mia integrità politica». In questi giorni il ruolo di assistente di Giorgi è stato molto chiacchierato a Strasburgo, a partire dal suo stipendio a detta di molti assai superiore rispetto alla media di un assistente.

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