Nemmeno al cospetto di un esito catastrofico Stefano Graziano riesce a compiere uno sforzo di verità. Il deputato indossa con nonchalance i panni di Wanna Marchi dei tempi d’oro è “vende” al popolo di Fb e ai lettori de Il Mattino la netta sconfitta elettorale del Pd casertano alle regionali della Campania come una vittoria entusiasmante (foto in basso). Confidando nella proverbiale smemoratezza degli italiani il parlamentare dem ha la faccia tosta di affermare che “il Pd, primo partito della coalizione di centrosinistra, che vince nettamente sul centrodestra, torna a essere la prima forza in provincia di Caserta, superando le 40mila preferenze”. Basterebbe questa frase per candidare Graziano alla guida della principale fabbrica di balle spaziali del pianeta. Non si tratta di “bugie bianche” assolvibili dai sacerdoti laici della politica. C’è malafede. E il goffo tentativo di nascondere numeri impietosi per coprire con il velo di Maya della menzogna il fallimento del suo tatticismo sfrenato e personalistico.

Alle regionali del 23 e 24 novembre il Pd di Terra di Lavoro ha toccato il minimo storico con appena 40.282 voti, pari ad un misero 11,81%. Per comprendere le proporzioni di una sconfitta storica è sufficiente registrare che Forza Italia ha incassato 12mila preferenze in più (52.197) e ha toccato quota 15,31%, tornando a essere dopo molti anni il primo partito della provincia di Caserta. Il Pd di Terra di Lavoro è stato scavalcato anche da Fratelli d’Italia con il 13,02% grazie a 44.395 suffragi. Se si fa il confronto con le precedenti regionali, quelle del 2020, le parole di Graziano superano per chilometri il confine del ridicolo e sfociano in una farsa di pessimo gusto.

Cinque anni fa il Pd casertano fu per davvero il primo partito non solo del centrosinistra ma in assoluto con ben 65.773 preferenze proiettandosi al 17,20%. Mentre la Lega, che ottenne il primato nel centrodestra, arrivò al 9,32% con 35.640 voti. Quasi la metà dei dem. Calcolatrice alla mano il Pd ha perso in appena 5 anni addirittura 25.491 preferenze e quasi 5,5 punti percentuale. Come si fa di fronte a un’ecatombe del genere a cantare vittoria? Beh, la gioia di Graziano si spiega con l’elezione del suo figlioccio Marco Villano. Questa è l’unica cosa che contava per il deputato prima del voto. Questo è ciò che conta dopo lo scrutinio. Ed ecco che l’emorragia dei consensi del Pd per lui sono un orpello. “Ddanni collaterali” prevedibili e calcolati.

Per non tacere di un’altra frase di Graziano: “Il centrosinistra vince grazie a un voto convinto, che respinge il trasformismo e la mercanzia della politica, e premia chi è rimasto sempre (e convintamente) dalla stessa parte”. Per caso il deputato dem si riferisce ai trasformisti e ai mercanti politici con i quali strinse l’accordo per traghettare Giorgio Magliocca alla presidente della Provincia di Caserta? Non tutti hanno la memoria corta. Per sfortuna di Graziano.

Mario De Michele

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