Pomo della discordia una determina sull’housing sociale. Nel campo di battaglia, da un lato, l’assessore Salvatore Lettera, dall’altro il capo dell’Utc Vito Buonomo. Lo scontro, a suon di note e contronote (nessun diverbio), è scoppiato in seguito all’accoglimento della richiesta di variazione delle unità abitative da cedere al Comune di Sant’Arpino avanzata da Santolo D’Ambra, uno degli imprenditori del Consorzio attuatore del progetto di riqualificazione del comparto C2 nord-ovest di via Libertà. Lo scorso febbraio D’Ambra, titolare del permesso di costruire n. 19/2016 in base al quale ha realizzato un centinaio di appartamenti, ha depositato la documentazione per il “cambio” degli alloggi facendo presente che veniva ceduta una percentuale maggiore di quella prevista dalla convenzione (la n. 43/2012) sottoscritta il 22 dicembre 2012 tra il Comune e il Consorzio. In sostanza, l’imprenditore ha chiesto di cedere all’ente immobili diversi rispetto a quelli previsti inizialmente. E precisamente quattro appartamenti di cubatura minore al posto di tre più grandi. Calcolando i mq dei quattro immobili e degli annessi box la volumetria delle “nuove” particelle indicate da D’Ambra risulta di pochi metri quadrati maggiore rispetto alle precedenti unità abitative da cedere all’ente. Un profano potrebbe dire: un bene per i cittadini, 4 appartamenti sono meglio di 3! Ma non sempre è oro ciò che luccica. In una nota molto articolata, protocollata a fine marzo, l’assessore Lettera, svolgendo a pieno il suo ruolo di controllo, ha chiesto urgenti chiarimenti avendo riscontrato una serie di presunte gravi illegittimità contenute nella determina adottata dal capo dell’Utc. Nella nota, indirizzata al segretario comunale, al sindaco e all’Anac, l’esponente della giunta Dell’Aversana ha fatto rivelare, ad esempio, come la determina firmata da Buonomo fosse priva delle relazioni estimative e peritali.
Nel merito Lettera ha chiesto di conoscere quali sono i parametri in base ai quali sono stati considerati di maggior valore gli immobili che vengono ceduti in sostituzione di quelli originariamente previsti. Tra i parametri rientrano ovviamente, oltre alla metratura, anche l’esposizione e le finiture degli immobili. Com’è nel suo stile, Lettera non si è limitato alla “superficie”. È andato fino in fondo. E ha chiesto di chiarire, nell’esclusivo interesse della collettività, una serie di aspetti essenziali. Il primo: perché finora non sono stati acquisiti gli immobili previsti nella licenza edilizia n. 19/2016, considerando che gli stessi risulterebbero ultimati e agibili già dal 2019. Il secondo: conoscere quali e quanti appartamenti dell’housing sociale sono già stati acquisiti, messi a bando pubblico e quali dovranno essere acquisiti dal Comune di Sant’Arpino. Il terzo: verificare se precedentemente alla richiesta di D’Ambra gli immobili originariamente destinati all’housing sociale siano stati venduti. Più che richieste sono sciabolate quelle sferrate da Lettera. Colpi, che qualora trovassero riscontro oggettivo, abbatterebbero l’intero l’iter tecnico-burocratico in base al quale è sorta la cittadella di via Libertà, a partire dalla convenzione approvata dalla giunta sotto l’era Di Santo. Infatti l’assessore ha anche avanzato chiarimenti su un’eventuale mancata acquisizione da parte dell’ente locale di immobili già rientranti nel patrimonio comunale, in quanto completi e dotati di agibilità, e ha chiesto di sapere, in tal caso, le ragioni della mancata acquisizione e i provvedimenti adottati, oltre che se risultano riscosse le garanzie fideiussorie previste dalla convenzione. Insomma, verrebbe da dire che la determina adottata dal capo dell’Utc è parva materia rispetto al bubbone housing sociale. Si tratterebbe solo della punta dell’iceberg di una gigantesca massa di illegittimità. Da precisare che Buonomo non è in alcun modo coinvolto nella procedura che ha dato vita al progetto riqualificazione del comparto C2 nord-ovest. Non ha rilasciato lui i permessi di costruire, né ha mai controfirmato le licenze edilizie concesse al Consorzio. Quindi è al di sopra di ogni sospetto. Non a caso il responsabile dell’Urbanistica, dopo aver risposto immediatamente alla nota dell’assessore Lettera, rivendicando la legittimità della determina ha fatto lui stesso richiesta di un parere legale (in arrivo nei prossimi giorni) per sgombrare il campo da ogni dubbio. Non solo. Ha già adottato dei provvedimenti incisivi per tutelare l’interesse del Comune e dei cittadini. Di questo e di tanto altro, con nomi, cognomi e atti alla mano, parleremo nelle prossime puntate. Che saranno succulente.
(continua…)