Questa volta è stato diverso. A Pozzuoli stamattina lo dicono tutti. Le oltre 160 scosse – 150 dalle 19.51 alle 0,31 e altre 15 dopo lo sciame – che si sono alternate durante la notte, in primis quella da 4.4 di magnitudo, la più forte degli ultimi 40 anni, hanno messo a durissima prova chi da una vita ha a che fare con il bradisismo. “Questa volta la paura ci ha sopraffatti ed è stato il caos” racconta Luigi. Sul Lungomare Pertini c’è chi fa footing. Ma accanto, nelle auto parcheggiate, in tantissimi hanno trascorso la notte. Ci sono giovani con i loro amici cani, ci sono anziani, ci sono bimbi. Hanno il volto segnato dalla paura, dalla rabbia prima ancora che dalla stanchezza. “Sono state allestite nella notte cinque aree di attesa a Pozzuoli e un’area di accoglienza al Palatrincone di Monterusciello, dove hanno dormito 80 persone”. Lo rende noto sui social l’unità di crisi terremoto ai Campi Flegrei. “Aree di attesa sono state allestite anche a Bacoli. I sopralluoghi hanno portato finora allo sgombero di 13 edifici e all’evacuazione di 39 famiglie. L’attività dei tecnici prosegue con l’arrivo di ulteriori squadre messe a disposizione da Vigili del Fuoco e ordini professionali”, si sottolinea. Saranno tutte evacuate le 140 detenute presenti nel carcere femminile di Pozzuoli: lo rende noto il provveditore delle carceri della Campania Lucia Castellano. Il provvedimento, viene spiegato, “si è reso necessario per motivi precauzionali. Le scosse di ieri sera hanno provocato dei danni alla struttura sulla cui entità sono in corso accertamenti. “Nel frattempo mettiamo in sicurezza le carcerate – spiega Castellano – che saranno dislocate in altre strutture campane”. “Il nostro sforzo è finalizzato a far rientrare le detenute quanto prima – ha detto ancora – Pozzuoli è una struttura d’eccellenza a cui non vogliamo rinunciare”. Le detenute, dopo le forti scosse registrate nella serata di ieri, sono state condotte dalle agenti della polizia penitenziaria dalle celle a punti di raccolta che si trovano nelle aree esterne del carcere e lì hanno trascorso la notte, all’addiaccio, munite di coperte. “Gli ingegneri da noi delegati, insieme con quelli del comune – spiega il provveditore Lucia Castellano – hanno verificato l’esistenza di crepe e, siccome non ne conosciamo al momento la gravità e neppure siamo in grado di prevedere l’andamento e l’entità dello sciame sismico in corso, al termine di una riunione abbiamo deciso di trasferire per motivi precauzionali l’intera popolazione carceraria”. Luigi e Margherita, la scorsa notte hanno preso la loro auto e sono andati a Formia: a bordo la bimba di sei anni e i genitori di 90 e 84 anni. Margherita piange quando racconta quello che è successo: “Io non lo so spiegare, la terra non smetteva di tremare, è come se sotto ci fosse stato qualcosa pronto a scoppiare”. “Questa volta basta, questa volta ce ne andiamo davvero da qui – aggiunge – Io sono nata a Pozzuoli, ho 47 anni, ma qui la vita è diventata impossibile”. C’è poi la rabbia. “Ma lei lo sa che qui in tante vie di fuga ci sono i cantieri per la fibra, ma le pare normale? – dice Pasquale – ieri qui c’è stato il caos. Gente che guidava all’impazzata, clacson di gente che voleva superare gli altri. E se fosse successo di giorno? E se le scuole fossero state aperte? Il panico rischia di creare più danni dello stesso terremoto. La gente non sa cosa fare”. Al momento sono 39 le famiglie sgomberate. Il Centro di coordinamento soccorsi ha disposto, su richiesta della Protezione civile della Regione Campania, l’invio di 400 brandine nella disponibilità del Capi del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, con sede a Capua, presso i comuni di Bacoli e Pozzuoli. La misura – viene spiegato – ha carattere essenzialmente cautelare, per fare in modo che le brandine siano subito a disposizione della popolazione locale in caso di necessità. Quello che è certo è che almeno stamattina, nessuno ha voglia di tornare a casa. Chi non ha dormito nelle tende delle aree di accoglienza, ci è andato stamattina. “Per ora stiamo qui, lo so che non possiamo restare per sempre ma le mie gambe sono ancora paralizzate dalla paura – racconta Rita – la verità e che stanotte nessuno sapeva cosa fare, dove andare. La verità è che ormai siamo stanchi”. Pian piano i negozi, stamattina, stanno aprendo, per assicurare anche oggi una giornata di normalità. Si contano i danni, marmi che si sono staccati dalle mura, fessure nelle case. “Casa mia ha resistito al terremoto dell’80 e anche a quelli successivi ma stanotte si sono create delle crepe incredibili -racconta il titolare di un negozio di fiori- sì abbiamo dormito in macchina ma poi ci siamo cambiati e abbiamo aperto il nostro negozio. Qui dobbiamo continuare a lavorare. Qui abbiamo bisogno di vivere”. In mattinata intanto la circolazione ferroviaria è tornata regolare, dopo le verifiche tecniche effettuate sulle linee interessate dall’evento sismico. Dalle 19:51 di ieri lo sciame sismico in corso nell’area dei Campi Flegrei ha fatto registrare, fino alle ore 00:31 di oggi, circa 150 terremoti, il più forte dei quali di magnitudo 4.4, all’interno della Solfatara. Lo evidenzia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) aggiungendo che non si registrano allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento, che attualmente è di 2 cm/mese, né variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente. L’Ingv quindi ricorda che durante la crisi bradisismica del 1982-84 il sollevamento del suolo raggiunse i 9 cm al mese, e si superarono anche 1300 eventi sismici al mese. Attualmente, invece, nell’ultimo mese sono stati registrati circa 450 eventi. Inoltre, i parametri geochimici “non mostrano variazioni significative rispetto agli andamenti degli ultimi mesi, se non il ben noto incremento di temperatura e pressione che caratterizza il sistema idrotermale”. “La sismicità – aggiunge l’Ingv – non è un fenomeno prevedibile, pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga con quanto già registrato durante lo sciame in corso”. L’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv continua le attività di monitoraggio ordinarie e straordinarie al fine di “individuare anche le più piccole variazioni nei parametri di monitoraggio utili per definire al meglio l’attuale fenomeno in corso”. Inoltre, le strutture dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dedicate al monitoraggio dell’area della caldera dei Campi Flegrei “sono sempre operative h24 e oggi saranno effettuate misure e campionamenti in alcuni siti della caldera”. L’Ingv, con la sua sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano, “è costantemente in collegamento con la Protezione Civile nazionale, regionale e con i Comuni interessati, oltre che con tutte le Autorità competenti alla tutela del territorio”.
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