Scontro alla Camera sul salario minimo. L’Aula respinge l’emendamento dell’opposizione che puntava a riscrivere il testo della commissione Lavoro di Montecitorio sul salario minimo. I voti a favore sono stati 111, 149 i no, tre gli astenuti. Dopo la bocciatura Giuseppe Conte strappa in Aula alla Camera il testo della proposta di legge di cui originariamente era il primo firmatario. “Questo gesto proditorio non lo compirete nel mio nome e nel nome del M5S. Per questa ragione ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi”, ha detto. “Dopo vari balletti, vari teatrini e rinvii, espedienti di varia natura e stratagemmi di vario ordine il presidente Meloni ha gettato la maschera, ha votato no al salario minimo legale. Ha detto no alla condizione che non è dignitosa in cui versano tre milioni di lavoratori. Con la stessa arroganza con cui fate fermare un treno per far scendere un ministro avete fermato la speranza di tutti questi lavoratori che sono sottopagati”, ha aggiunto Conte. “Comunico la mia volontà di togliere la mia firma da questa proposta di legge. Questa non è più la proposta di salario minimo delle opposizioni perché la maggioranza ha svuotato la proposta di ogni significato con la consueta arroganza. Togliamo le nostre firme: non nel nostro nome state tradendo le attese dei lavoratori”. Lo ha dichiarato la leader del Pd Elly Schlein in Aula alla Camera.”State pugnalando alle spalle – ha detto Schlein rivolta alla maggioranza – le persone sfruttate perché non avete il coraggio di guardarle negli occhi mentre affossate una proposta giusta per l’Italia. Se avete i voti per governare ma governare non significa umiliare le prerogative dell’opposizione, questo non è un diritto di cui disponete, la costituzione non vi autorizza agli abusi di potere. Non avete mai voluto parlare di salario minimo, avete scelto la strada della congiura e del silenzio”, ha concluso. “Dovevate essere un governo da parte degli italiani mentre siete un governo da parte degli sfruttatori e avete dato una sberla ai lavoratori”. “Ritiro la mia firma da questa proposta di legge, non intendo e non intendiamo mettere i nomi e le nostre facce su un atto indecente di pirateria politica e istituzionale”. Lo afferma nell’aula di Montecitorio Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra, sul salario minimo. “Si può fare tutto o quasi nella dialettica parlamentare – prosegue – quello che non va bene è trasformare un testo d’iniziativa parlamentare delle opposizioni in una legge delega del governo, è uno schiaffo al Parlamento”. “Avete annullato la pdl – ha aggiunto Fratoianni – voltando le spalle a milioni di lavoratori, nel nome della sacralità della contrattazione sindacale collettiva, siete venuti voi a ricordarci quanto siano importanti i sindacati, salvo dimenticarvene dopo pochi giorni quando avete scelto di precettare i legittimi scioperi convocati Avete pure avuto il coraggio di scrivere nella delega che non serve in questo Paese un salario minimo legale e che per rispondere ai problemi del lavoro occorre reintrodurre le gabbie salariali”. “Statene certi, continueremo questa battaglia nel Paese – ha concluso Fratoianni – con ancora più determinazione per una proposta semplice e chiara, in grado di proteggere i più poveri”. “Non è accettabile che una maggioranza con i vostri numeri non riesca a esprimere un voto contrario davanti al Paese rispetto a una proposta delle opposizioni ampiamente condivisa: non avete il coraggio di pigiare il tasto rosso e affossare un provvedimento ragionevole che avrebbe dato una risposta a milioni di lavoratori. Non avete avuto il coraggio politico. Per questo motivo ritiro la mia firma dalla proposta di legge”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, intervenendo alla Camera sul salario minimo.”L’emendamento della maggioranza alla legge sul salario minimo non solo ne stravolge il senso, ma trasformandola in una legge delega di fatto consegna al Ministero del Lavoro l’intera questione, non solo si bypassa il Parlamento, non solo si strumentalizza il CNEL quarta istituzione dello Stato, ma – ha continuato Magi – salta anche il confronto con le parti sociali”. “Da un lato – ha proseguito – si dice che si vuole potenziare la contrattazione collettiva e dall’altro si avanza una proposta legislativa che entra pesantemente dentro la contrattazione collettiva emarginando dal dibattito le organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative. In questi mesi di dibattito sul salario minimo – ha sottolineato il segretario di +Europa – abbiamo imparato la delicatezza e la complessità del tema, per cui le linee guida previste dal testo a prima firma Rizzetto non possono rassicurare per niente”. “In primo luogo come detto il testo non garantisce alcune retribuzione minima ai lavoratori poveri, ma rischia di complicare il quadro rendendo ancora più incerto quale contratto collettivo applicare proprio in quei settori come gli appalti, i servizi e la logistica che sono invece quei settori dove non solo sarebbe utile una legge che contemporaneamente fissi un minimo per legge e spazi via la contrattazione pirata”, ha concluso Magi.

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