“Succivo Trasparente è progetto politico che nasce dall’esigenza di prendere la parte sana della comunità non interessata a coltivare solo il proprio orticello ma a costruire insieme il futuro del paese senza egoismi e personalismi”. Queste sono le chiacchiere della propaganda elettorale del candidato sindaco Vincenzo Pastena sbandierate ai quattro venti quando ha lanciato il suo movimento che sarà in campo alle comunali di ottobre. Parole che cozzano con il modus operandi dell’avvocato-imprenditore. L’aspirante primo cittadino infatti è l’amministratore delegato della società che gestisce il Castello di Casapozzano, suggestiva cornice storico-architettonica “riconvertita” a struttura ricettiva per la ristorazione e la convegnistica, al confine tra Succivo e Orta di Atella. Il Castello insiste sul territorio ortese. E proprio nei confronti del Comune atellano Pastena e company (della società fa parte anche la famiglia Damiano) sono in debito per la bellezza di 374.643 euro. Per il periodo che va dal 2013 al 2017 i gestori, che nel giugno 2012 hanno ottenuto la licenza per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, non hanno versato un euro di Tarsu-Tari. Nel 2019 il Comune di Orta di Atella ha notificato gli avvisi di pagamento per un totale di oltre 374mila euro. Fino al blitz dei vigili urbani ortesi Pastena & c. erano sconosciuti al Fisco. Evasori totali.

Vincenzo Pastena

Secondo i vertici della società l’importo da versare per la tassa sui rifiuti conteggiato dall’amministrazione locale non sarebbe “congruo”. Sostengono che dovrebbero essere applicate tariffe più basse in quanto il Castello è sito storico-architettonico. Quindi l’avvocato-imprenditore Pastena e i suoi soci non negano di aver evaso i tributi ma contestano l’ammontare degli importi. È tuttora in corso un contenzioso davanti alla Commissione tributaria provinciale. Il Comune atellano si è costituito in giudizio per tutelare gli interessi dell’ente, “visto che – si legge nell’atto – dall’esame delle istanze non esistono le condizioni per addivenire ad un componimento bonario, considerato che le motivazioni addotte risultato carenti di presupposti giuridici”. A rendere ancora più grave la posizione di Pastena e company è l’omissione commessa al momento dell’apertura dei locali. I gestori del Castello avrebbero dovuto denunciare l’inizio attività al Suap. Adempimento ottemperato. Contestualmente erano tenuti a comunicare all’ufficio tributi i metri quadrati utilizzati per l’attività ricettiva e di ristorazione. Cosa che invece non fecero. “Grazie” a questa inadempienza non hanno sborsato un euro di Tarsu-Tari per il quinquennio 2013-2017. Nonostante una carriera imprenditoriale con questi precedenti Vincenzo Pastena ha avuto la faccia tosta di candidarsi a sindaco. E peggio ancora ha denominato il suo schieramento Succivo Trasparente. Uno degli slogan è “Intraprendere un cammino verso lo sviluppo e il futuro della propria città”. Che tipo di sviluppo? Quale futuro? Che ricetta propone per la lotta all’evasione? E soprattutto che credibilità può avere un candidato sindaco che da imprenditore non paga le tasse? La stessa di un tossicodipendente che fa il testimonial della campagna contro l’uso di stupefacenti.

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