Elvira stava terminando la sua giornata di lavoro nel locale sul lungomare, aveva appena portato i rifiuti nei cassonetti sul marciapiede opposto di via Caracciolo. S’era fermata davanti alle strisce, aveva atteso che scattasse il verde per i pedoni, s’era avviata dall’altra parte della strada per prendere le sue cose e tornare a casa. Elvira Zriba, 34 anni, a casa non è mai tornata. Poco dopo l’una di notte su quelle strisce pedonali è piombata una moto a velocità folle, ha travolto la donna e l’ha scagliata decine di metri più avanti. Quando è arrivata l’ambulanza respirava ancora, è morta poco prima dell’alba all’ospedale San Paolo. Alla guida della motocicletta c’era un uomo di trent’anni, adesso ricoverato all’Ospedale del Mare con molte fratture: si tratta di un trentenne che non ha mai conseguito la patente, su di lui pende l’accusa di omicidio stradale. Sul sellino della moto, alle spalle dell’uomo, c’era una ragazza che nella caduta ha subìto gravissimi traumi. Trasportata d’urgenza al Cardarelli, i medici si sono riservati la prognosi per tutta la notte e solo quando il sole era già alto l’hanno sciolta, dopo aver verificato una stabilizzazione delle funzioni vitali.Sulla dinamica dell’incidente stanno indagando gli agenti della polizia municipale. È intervenuta una pattuglia dell’unità operativa Vomero al comando del capitano Gaetano Frattini, subito dopo i soccorsi sono stati avviati i rilievi e sono state ascoltate le testimonianze di chi ha assistito all’incidente. Secondo alcune indiscrezioni il 30enne alla guida della moto avrebbe “impennato” a forte velocità e per questo motivo non avrebbe visto la donna che attraversava, ma la questione, coperta dal segreto delle indagini, non trova riscontri in alcuna fonte ufficiale. Sono state acquisite anche le immagini delle telecamere della zona, nel tentativo di recuperare una ripresa video del momento dell’incidente.
C’è stata una riunione di Giunta Comunale durante la quale si è lungamente parlato della tragedia e della necessità di aumentare i controlli sulla velocità. Il sindaco (lo leggete nell’intervista all’assessore De Iesu in questa stessa pagina) ha chiesto di far partire immediatamente un programma per dotare la città di Napoli di apparecchi autovelox a presidio delle strade a maggior rischio: «Si faccia subito – ha chiesto Gaetano Manfredi – senza indugio bisogna dare risposte alla questione della sicurezza stradale in città». Sono attoniti i gestori dei chioschi e dei locali del lungomare, tutti conoscevano Elvira e ciascuno di loro conserva un ricordo dolce della donna, tutti parlano dell’atroce destino che ha unito la sorte della 34enne a quella del fratello. Alla fine dello scorso mese di dicembre, Mustafà, fratello maggiore di Elvira, venne travolto da un pirata della strada mentre percorreva in bicicletta via Montagna Spaccata. L’uomo fu ricoverato in gravi condizioni e morì dopo qualche giorno all’ospedale del Mare, quello stesso ospedale dove oggi vengono prestate le cure all’uomo che ha ucciso Elvira. Fu proprio la polizia municipale, con l’unità operativa antifortunistica stradale, guidata dal capitano Muriano, a indagare e a scovare dopo qualche settimana il pirata che aveva travolto Mustafà.