Il calcio che non è più calcio. Il Napoli ha perso a Parma per 2 a 1 in virtù di due calci di rigore contro ed uno a favore. In goal Caprari, Insigne e Kulusevsky. Tra calci di rigore in una sola partita per dei falli da ritenere, ammesso e non concesso che siano falli, assolutamente veniali. Purtroppo sono le nove regole del calcio, quelle in virtù delle quali non conviene più tirare in porta, ma mirare alle braccia di un difensore avversario una volta in area o tagliare la strada al direttore di turno. Se lo fai in base al codice della strada rischi il carcere, se lo fai in area è rigore perché chi sta davanti decide la traiettoria. E in tutto questo le voci che si levano contro sono flebili, troppo per sperare di venir fuori da questa sorta di follia. Intendiamoci. Il Napoli non ha giocato granché. Ma ha più senso guardare una partita di calcio allorquando non si vince in virtù del gioco ma perché il calciatore avversario non ha tenuto le mani dietro la schiena e se il fallo è avvenuto un millimetro prima o dopo la linea che delimita l’area? Una domanda che ogni tifoso dovrebbe oggi farsi.

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