Nel maxi blitz che ha portato all’arresto di 19 persone e con al centro le indagini sugli ultrà delle curve milanesi, è stato perquisito anche il rapper milanese 34enne Emis Killa, all’anagrafe Emiliano Rudolf Giambelli. Da quanto si è saputo, il rapper non risulta indagato è si è trattato di una perquisizione “presso terzi”. Nell’abitazione, a quanto risulta, sono stati trovati trovati tirapugni, sfollagente e coltelli. Il nome di Emis Killa compare negli atti come in “rapporti”, così come Fedez e altri cantanti, con Luca Lucci, capo degli ultras rossoneri della Curva sud, ora in carcere. “Dalle indagini tecniche sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Guè Pequeno), relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale — scrive il giudice –. Ciò gli ha consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (e in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Islam Hagag (anche lui agli arresti, ndr), già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese”. Lo scorso 17 agosto, a San Siro per la sfida tra Milan e Torino, Lucci è atteso negli “skybox” insieme a Rudolf Emiliano Giambelli, in arte Emis Killa. Dalla Curva Sud srotolano uno striscione dedicato a quello che rimane il vero signore del tifo rossonero: “Il Joker ride sempre”.

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