Una squadra sola al comando, anche quest’anno, molti gradini sopra tutte le altre. La fuga della Juventus verso il poker tricolore è cominciata molto presto, già il 5 ottobre, dopo il 3­2 alla Roma nello scontro diretto intriso di veleni con l’arbitro Rocchi nella bufera: tre rigori (due ai bianconeri), tre espulsi, sette ammoniti, i video della partita consumati a forza di fermo immagine per capire quali e quante decisioni erano state sbagliate.

Pareva profilarsi un duello lungo ed acceso, ma il campionato ha preso presto un’altra piega, con la Juve meritatamente padrona assoluta, leader autorevole ed incontrastata e la Roma inseguitrice sempre più in affanno. Per i bianconeri, il profumo del quarto scudetto si è diffuso già a metà marzo, con la Roma precipitata a ­14, il Napoli e le altre ancora più lontane. Già la partenza era stata sparatissima: cinque vittorie di fila prima di Juve­Roma. Il primo anello a Verona, 1­0 al Chievo, con autorete del difensore Biraghi. Due settimane dopo, la prima rivincita di Allegri, l’1­0 a San Siro al Milan, firmato da Carlitos Tevez. La prima squadra in Italia ad interrompere la galoppata bianconera è stato il Sassuolo, avanti con Zaza e poi ripreso da Pogba. Ma nessuno ha sconfitto la Juve prima della nona giornata, protagonista il Genoa, grazie ad una rete a porta vuota nell’ultimo minuto di Antonini, su assist di Matri, che poi sarebbe tornato alla Juve. Una piccola flessione, poi i campioni d’Italia hanno ripreso slancio: tre vittorie consecutive, ed un messaggio chiaro a ribadire lo strapotere: 3­0 alla Lazio all’Olimpico, con doppietta di Pogba ed ennesimo centro di Tevez. La Juve ha rallentato di nuovo il passo alla fine del girone di ritorno: 3 pareggi in 4 partite, due consecutivi allo ‘Stadium’ interrompendo una serie di 25 vittorie consecutive. Dopo il successo nel derby acciuffato all’ultimo minuto con un tiro imprendibile di Pirlo, Samp ed Inter hanno fatto vacillare per qualche giorno la sicurezza dei bianconeri, ma con il 3­1 di Napoli, al penultimo turno dell’andata, ha ridato coraggio ai bianconeri e fatto sprofondare Higuain e soci. Serata storta a Cesena, rigore fallito da Vidal sul 2­2, qualche sofferenza in casa con l’Atalanta ma poi la Juve ha preso definitivamente il largo: chiusa la porta alla Roma con l’1­1 dell’Olimpico che ha gelato le ultime velleità giallorosse. Da quel giorno, mentre la Roma scivolava sempre più indietro, affetta da ‘pareggite’, i bianconeri hanno spiccato il volo definitivo: quattro vittorie consecutive, primo dell’inatteso stop di Parma. Ma ogni residuo dubbio è stato cancellato nello scontro diretto con la Lazio, arrivata allo ‘Stadium’ seconda sullo slancio 8 vittorie consecutive. Neppure la rimonta dei biancocelesti avrebbe potuto insidiare il primato bianconero, ma le reti di Tevez e Bonucci, alla 12a di ritorno hanno fatto scattare il conto alla rovescia definitivo verso lo scudetto, con i bianconeri a + 15 sulle due romane ormai rassegnate a giocarsi il secondo posto. L’ultimo inciampo nel derby, lasciato al Toro dopo 20 anni, con i bianconeri fermati da tre pali. Stasera la vittoria in casa della Samp per 1­0 con un gol di Vidal che vale lo scudetto, il quarto consecutivo.

 

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