Paolo Cannavaro ci ha preso gusto. Il capitano del Napoli, dopo aver sollevato la Coppa Italia, vuole rimpinguare la bacheca azzurra di nuovi trofei a cominciare dalla Supercoppa italiana in palio a Pechino il prossimo 11 agosto. “Vogliamo continuare a vincere – dice Cannavaro dal ritiro di Dimaro – e già stiamo pensando al primo appuntamento ufficiale. Sarebbe bellissimo conquistare un altro trofeo e sarà una partita speciale come tutte quelle che giochiamo con la Juventus”. Il match sarà giocato a Pechino alle 20 cinesi, le 14 in Italia.
Un pomeriggio bollente attende quindi i tifosi azzurri, mentre al fresco di Dimaro la squadra di Mazzarri prova nuovi schemi. Gli uomini sono praticamente gli stessi dello scorso anno, anche se manca Lavezzi e c’é Insigne. “La società – spiega Cannavaro – ha dato un segnale forte confermando quasi tutta la rosa e integrandola con giovani di valore. Spesso si parla di nuovi acquisti ma il gruppo ha dimostrato in questi anni di essere già forte così. Essere cresciuti insieme è un vantaggio importante che abbiamo. Soprattutto in un periodo in cui le squadre italiane stanno perdendo elementi importanti che vanno all’estero”. E all’estero è andato Lavezzi: “Pocho è stato importante in questi anni per noi e qualcosa perderemo come imprevedibilità. Ma abbiamo un gruppo pieno di calciatori di grande qualità, come Insigne che ha grande talento e lo dimostrerà. Lo stesso vale per Vargas che in sei mesi si è ambientato farà vedere il suo valore”. Ultimo passaggio sul cambio di modulo, con Mazzarri che sta facendo “studiare” il 3-5-2, dopo due anni e mezzo di 3-4-3. “Mazzarri si è presentato al raduno dicendo: sono il nuovo allenatore. Questo ci ha stupito ma ci ha anche trasmesso tanta carica, perché abbiamo capito l’animo con il quale il mister vuole darci nuova forza e motivazioni. Io credo che il modulo del 5-3-1-1 sia una alternativa per arricchire le nostre soluzioni. In difesa non cambierà molto, anche perché il nostro reparto è sempre stato solido. E poi Mazzarri ci ha sempre insegnato che la fase difensiva si fa non solo con tre uomini ma con tutta la squadra, partendo dagli attaccanti”.