Antonino Pulvirenti, presidente del Catania calcio, squadra militante nel campionato di serie B ha confermato di avere comprato le partite di calcio a partire dalla gara Varese-Catania e di aver speso 100 mila euro ad incontro. Lo ha affermato, Giovanni Salvi, procuratore della Repubblica di Catania, facendo riferimento al lungo interrogatorio a cui si è sottoposto nella mattinata di lunedì 29 giugno il presidente della squadra etnea.

Lo ha fatto per salvare il Catania, ha dichiarato Salvi, specificando inoltre che Pulvirenti ha negato di avere fatto scommesse. Le partite “combinate” al fine di consentire la salvezza della squadra etnea sono Varese-Catania, Catania-Trapani, Latina-Catania, Ternana-Catania, Livorno-Catania. Il procuratore ha fatto riferimento a “Impellizzeri che è per noi un punto importante, centrale perché sono stati sequestrati 100 mila euro in contanti nella sua abitazione si è avvalso della facoltà di non rispondere”. “Adesso completeremo le indagini anche con il contributo che abbiamo avuto da Pulvirenti”, ha concluso Salvi. Nessuna menzione invece riguarda la gara contro l’Avellino, vinta dal Catania con il risultato di 1-0. Ma Antonino Pulvirenti non è stato l’unico ad essere interpellato dal giudice per le indagini preliminari Fabio Di Giacomo: intorno alle ore 11 è stato ascoltato anche Pablo Cosentino, amministratore delegato del Calcio Catania: “Non so nulla di combine, sono estraneo a tutti i fatti che mi contestate, se lo avessi fatto sarei stato un folle e se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui”. Cosentino ha inoltre precisato: “bon conosco nessuno degli altri indagati, tranne Delli Carri col quale avevo rapporti di lavoro”. L’avvocato di Cosentino, a margine dell’interrogatorio, ha infine commentato le intercettazioni che riguardano il suo assistito, definendole “irrilevanti”. I due legali del Catania, però, il professor Giovanni Grasso e l’avvocato Fabio Lattanzi, hanno voluto precisare alcuni aspetti, in una nota apparsa sul sito del club etneo: “Il signor Antonino Pulvirenti, che qualche giorno addietro si è dimesso da tutte le cariche sociali del Calcio Catania, ha chiarito oggi la sua posizione nel corso di un lungo interrogatorio dinanzi al giudice delle indagini preliminari, dimostrando in particolare la sua assoluta estraneità al fenomeno del calcioscommesse – hanno scritto i due difensori -. Il presidente del Catania ha ammesso di aver avuto dei contatti con altri soggetti al fine di condizionare il risultato di alcuni incontri, e ciò al fine di salvare dalla retrocessione il Catania. Ha tuttavia manifestato la convinzione, anche alla luce della lettura degli atti, che tali contatti non abbiano avuto nessuna reale incidenza sull’esito degli incontri in questione”.

 

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