Grande e doppia impresa per la Juventus: qualificazione agli ottavi di Champions e primo posto in un girone difficilissimo. A questo porta la vittoria di Donetsk, voluta, difesa con i denti e meritata, perche’ i bianconeri potevano segnare almeno altri due gol. Sorpreso, o forse con la pancia piena, lo Shakhtar, che ha provato a vincere per tutto il primo tempo ma poi si e’ sgonfiato contro l’organizzazione bianconera.

Chi sospettava il biscotto, dunque, e’ servito: non solo non e’ stato pari, ma le squadre hanno dimostrato di voler vincere ed entrambe, molto di piu’ la Juventus, sono andate vicine al gol. Si era cominciato con i padroni di casa a fare subito la partita, come da copione, visto che lo stadio di Donetsk era al completo ed era stato preparato il festeggiamento in grande per l’impresa storica dei suoi eroi arancioni. Willian aveva cominciato a spaventare Lichtsteiner e Barzagli, ma sul taccuino non c’era niente di significativo da annotare. Juve prudente, che cerca di prendere posizioni e misure, con Pirlo non ancora in cattedra. I bianconeri prendono coraggio e salgono di tono, tengono palla e cominciano a provare la via del gol. Al 28′ Vucinic ha conquistato caparbiamente palla e l’ha scaricata a Giovinco solo sul dischetto: tiro pronto e palla che sibila di centimetri accanto al palo. Dieci minuti dopo Pogba, dal limite, serve Vucinic invece di tirare e perde una occasione colossale. Lo Shakhtar comincia a preoccuparsi e rientra in campo molto piu’ guardingo. Pirlo le mette ancora piu’ paura colpendo il palo al 7′ con una rasoiata dal limite a portiere battuto. la Juve c’e’, ha coraggio, propone gioco e fraseggia. E infatti arriva il gol con Lichtsteiner che fa l’ala pura e mette dentro un tiro cross stupendo: Giovinco e’ al punto giusto e la fortuna, cioe’ la deviazione di Kucher, lo aiuta. Il tema del match e’ ribaltato: lo Shakhtar si riversa nella meta’ campo avversaria e si aprono spazi enormi nelle retrovie ucraine e la Juve decide saggiamente di aspettare, scoprendo che lo Shakhtar contro le difese chiusa ha difficolta’. La squadra di Lucescu e’ lenta e prevedibile: colpisce un palo, ma in modo abbastanza casuale all’inizio, quando Buffon respinge una bomba di Rakitkiy e Teixeira sbatte la palla sul palo con la collaborazione di Asamoah. Poi la Juve si mangia il raddoppio con Vucinic che perde l’attimo solo davanti al portiere, serve Giovinco che viene rimpallato e la palla va a Pogba che a sua volta tira ma viene stoppato. Lo Shakhtar si disunisce e Mikharian cerca il rigore invano e viene ammonito. Ben piu’ netto era quello del primo tempo non concesso dall’arbitro per un mani in area di di Fernandinho. Poi non succede piu’ nulla, con lo Shakhtar che sbaglia sempre l’ultimo passaggio e crea soltanto qualche mischia su corner. Alla fine e’ pero’ ancora la Juve ad andare piu’ vicina al gol, con Pogba fermato davanti al portiere (su splendido lancio di Giovinco) per un fuorigioco molto dubbio. Adesso le parole di Buffon vanno prese come oro colato: la Juve ha davvero dimostrato di essere tornata squadra di caratura europea, che puo’ giocarsela con tutti. Sarebbe ingeneroso fare classifiche di merito, perche’ tutti hanno giocato su livelli altissimi, compresa l’applicazione tattica, quasi perfetta. Quanto a doti morali, la Juve e’ ben conosciuta: dedizione, aiuto reciproco, capacita’ di soffrire non sono scoperte di oggi. Lo Shakhtar aveva probabilmente la testa gia’ alle spiagge di Copacabana per la maggioranza dei suoi talentuosi brasiliani, ma ha provato a giocarla fino alla fine, perdendo la lucidita’ necessaria per recuperare il match.

 

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