“C’e’ una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento”. Inizia cosi’ l’intervista in esclusiva di Antonio Conte alla ‘Gazzetta dello Sport’. Il tecnico della Juventus, in attesa della sentenza del processo d’appello,

parla di questi mesi che lo hanno visto suo malgrado protagonista e non per le imprese della sua Juve. “Non si patteggia l’innocenza anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perche’ e’ un’opportunita’ e i rischi del dibattimento sono alti – ha proseguito il tecnico bianconero – e’ stato un errore. Certo, non avrei ammesso nulla, ma si sarebbe percepita una cosa diversa. Ecco, anche se oggi avessi la certezza di tre mesi di stop, la mia risposta sarebbe no”. E continua: “Su un fatto concordo con i giudici: 90 giorni non erano una pena congrua. Quella giusta e’ zero: non ho commesso ne’ illeciti, ne’ omesse denunce”. Conte spiega di avere fiducia in chi nelle prossime ore emettera’ il verdetto. “Sono convinto che leggeranno le carte con attenzione evitando, con il proscioglimento, un’ingiustizia. Ho la coscienza a posto, non penso possa dire lo stesso chi ha gettato fango su di me. Sbaglio o parliamo di un ex giocatore che ha ammesso di aver truccato partite per anni? Per carita’, il fenomeno del calcioscommesse va stroncato. Ma non si puo’ squalificare una persona in questo modo, senza nessun riscontro. Chiunque puo’ alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Nei giudici ho fiducia, nel sistema meno”.

 

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