Spazzata via la Roma, la missione piani alti è compiuta: la Juve vola in semifinale di Coppa Italia, che si giocherà contro la vincente di Milan-Lazio. E’ stato un dominio assoluto dei bianconeri, pur privi di Marchisio, Pepe e Vucinic; e perfino la sfida tra grandi ‘vecchietti’ l’ha vinta un bianconero, Alessandro Del Piero,
che ha rotto il ghiaccio nella nuova stagione e nel nuovo stadio e non poteva farlo che alla sua maniera, con un gol d’autore. Compassata e prevedibile, la Roma ha subito gol dopo sei minuti con Giaccherini, per un colossale buco di posizione di Kjaer, e poi per lei è diventato tutto più difficile. Addirittura impossibile quando, già sotto di due reti, si è fatta male da sola perdendo lo sconsiderato Lamela (fino ad allora uno dei migliori) per un brutto fallo su Chiellini. Sull’1-0, prima del raddoppio di Del Piero alla mezz’ora, la Roma aveva provato a tenersi in partita, con una zuccata fuori di poco di Kjaer e un tiro dal limite di Heinze, parato con difficoltà da Storari. Ma la Juve faceva male ogni volta che ripartiva, ora con il furetto Giaccherini, ora con Estigarribia, veloce come un treno ma anche ingenuo nelle conclusioni (fallite due volte) e nel regalare qualche palla di troppo. Borriello, al suo esordio, ha denotato limiti fisici piuttosto vistosi, ma il Matri che lo ha rilevato ha mostrato una preoccupante lentezza di riflessi in fase conclusiva. La partita è stata ancora aperta (più che altro virtualmente) per un quarto d’ora nella ripresa, ma la manovra romanista era lenta, prevedibile e per linee esterne; e Totti si é visto solo per qualche delizioso tocco di disimpegno, ma nulla più. Dopo l’espulsione di Lamela, i giallorossi si sono esposti alla goleada, evitata solo per gli errori bianconeri di Quagliarella (traversa a portiere battuto), Estigarribia e Matri. Il 3-0 finale è sembrato una punizione nemmeno troppo eccessiva per una squadra che non ha mai impensierito l’avversario, se non su un paio di errori di impostazione degli uomini di Conte. La Juve incassa conferme fondamentali: Del Piero sa ancora inventare gol, anche se il suo dinamismo è ormai in ampia riserva; Giaccherini si rivela giocatore vero e preziosissimo (il suo gol è stata una perla di tempismo e di velocità); Quagliarella è tornato in pochi giorni dall’intervento allo zigomo in condizioni più che buone e Borriello fa ben sperare, a patto di crescere atleticamente; Marrone abbina classe a maturità tattica. E anche la difesa sembra aver trovato l’assetto migliore, con un Chiellini formato super e Bonucci per una volta senza sbavature. La Roma di stasera ricorda quella di un mese e mezzo fa: poco aggressiva, macchinosa, incapace di far girare palla rapidamente e con un Totti che non fa più né il centravanti né l’inventore di giocate superiori al limite o dentro l’area. La difesa, ancora una volta, alta e mal piazzata, ha avuto grosse responsabilità, perché il gol preso a freddo ha pesantemente condizionato la gara. Fino al raddoppio, Lamela, Bojan e Pjanic erano infatti sembrati i migliori, capaci di ribaltare l’azione e di creare qualcosa di importante.