Discriminazione territoriale, serie A a 20 squadre, legge Melandri, Figc, Viminale: Aurelio De Laurentiis ne ha per tutti. Nel giorno in cui The American Univesity of Rome l’ha insignito della Laurea ad Honorem in Lettere “per il suo contributo all’impresa italiana ed internazionale nel campo del cinema e dello sport” e, una volta svestita la toga e il tocco universitario, il patron sale in cattedra. Ma guai a definirlo ‘Dottore del calcio’. ”Sono una persona normalmente intelligente ma che si applica”, risponde ai cronisti nel salone sfarzoso di villa Aurelia. Da’ i voti al suo Napoli e al tecnico Rafa Benitez (”un 8 ad entrambi”) e ricorda la finale di Coppa Italia vinta con la Fiorentina e rovinata dagli incidenti pregara. ”Resta l’amarezza per questo ragazzo che lotta per la vita – dice -. E l’amarezza che la prevenzione non è stata attuata come si sarebbe dovuto e come abbiamo fatto quando giocammo contro la Juventus e si fece una grande operazione di intelligence poliziesca”. Quindi bacchetta le istituzioni. ”Il calcio è vivo e vegeto ma la Legge Melandri e il Ministero dell’Interno lo stanno uccidendo – attacca -. La Legge Melandri è la più grossa boiata, con essa non si diventa competitivi in Europa”. ”Delrio è intelligente, Renzi è un’altra furia – aggiunge -. Bisogna che la Lega, la Figc, il Coni, il Ministero dell’Interno si seggano intorno a un tavolo e facciano quello che non è stato fatto in questi ultimi dieci anni. Il problema della sicurezza ce lo stiamo trascinando dietro incomprensibilmente da troppo tempo. Quali regie lo impediscono?”. De Laurentiis salva solo il Comitato Olimpico (alla premiazione c’era il presidente Giovanni Malagò): ”Il Coni ha cambiato direzione, ma la federazione deve dare un segnale. Perché non e’ capace di cambiare la legge 91 dell’81? E’ possibile che Abete sia immobile perché schiavo delle situazioni”. Le proposte non mancano: ”Nell’86 avevamo 16 squadre in Serie A perché ora 20? Perché ci sono tre retrocessioni e non una? Quanti sono gli stadi pieni? Perché nessuno dice ‘evidentemente non siamo in grado di organizzare un torneo appetibile’. Se fossimo 16 quante partite sarebbero meno appetibili? Quante partite dobbiamo fare per la Nazionale, la Coppa Italia, la Champions e l’Europa League? Dobbiamo ammazzare i nostri giocatori?”. Toccato l’argomento della discriminazione territoriale (”bisognerebbe abolire questa distinzione, è sempre discriminazione razziale”), si rasserena parlando della sua squadra: ”Un altro acquisto come Higuain? Sono arrivati già giocatori come Mertens e Callejon, è bene i tifosi che si esaltino ugualmente, ma ci sarà sicuramente un altro arrivo. Mascherano? Mi hanno fatto una ‘capa tanta’ con lui. Benitez ci ha lavorato, ne riconosce le qualità e sa che è una trattativa complicata ma ci si può lavorare”. Ma lui vorrebbe guardare ai più giovani: ”Rafa, mettiamoci d’accordo per fare una squadra che duri 5 anni”, il messaggio al suo tecnico. In uscita, invece: ”Nessuno è in partenza finché non ci saranno delle reali offerte sul tavolo”. E se poi Maradona diventasse ambasciatore azzurro nel mondo,”piuttosto che certi depositari antipatici che stanno al governo del calcio”, porterebbe ”un’idea migliore, anche se ogni tanto con la mano copriva la palla”.

 

 

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