Il Napoli torna da Bologna con l’ennesima lezione. La squadra di Benitez si è trovata ad affrontare un avversario rinvigorito dal cambio tecnico che ha restituito grinta e determinazione ai felsinei. Gli emiliani erano nettamente più “cattivi” di un Napoli troppo convinto di poter vincere. Nonostante tutto, la superiorità tecnica e una ripresa da Napoli aveva permesso agli uomini di Benitez di ribaltare l’incontro.

Accanto alla presunzione iniziale si aggiunta, così, la scarsa gestione del vantaggio che ha permesso al Bologna di trovare il jolly sull’ultimo dei troppi calci piazzati concessi nel finale. Alla base di tutto è emersa per l’ennesima volta l’eccessiva differenza tra il reparto avanzato e il resto della squadra.

Il “povero” Albiol inizia a mostrare segnali di deconcentrazione dopo aver sostenuto per mesi, da vero gladiatore, l’intero reparto. Va sottolineato, tuttavia, che sul secondo gol non c’è alcun errore concettuale da parte sua. Lo spagnolo non segue giustamente Bianchi per aggredire un pallone che sarebbe finito proprio sulla sua testa senza la netta spinta alle spalle ricevuta da Natali. Difesa, sì, ma anche un centrocampo poco all’altezza di Higuain e Callejon. La gestione della gara spettava soprattutto al reparto nevralgico. E’ lì che si dettano i tempi, che si decide se rallentare o aumentare il ritmo, se abbassare o alzare il baricentro.

E’ proprio lì che il Napoli prova ad intervenire nel mercato di gennaio. Un difensore e un centrocampista, entrambi di livello superiore a quelli che già sono in organico, sono necessari per non chiudere il bilancio 2014 con una beffa enorme: un attivo tanto superiore al passivo al punto da pagare milioni di tasse e un Napoli incompleto e fuori dalla Champions.

Marcello Pelillo

 

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