Era la notte del ricordo di Giorgio Chinaglia e la Lazio ha onorato il suo uomo-simbolo ed eroe del primo scudetto battendo quel Napoli i cui tifosi hanno perso la battaglia della civilta’, non rispettando prima del match il minuto di silenzio in memoria di ‘Long John’.

E’ stato un prologo della partita da far cadere le braccia, per fortuna non ha preso lo stesso verso il match che non sara’ stati altamente spettacolare, ma ha avuto i suoi momenti emozionanti, primo fra tutti, al 23′ st, il bellissimo gol in semirovesciata di Mauri al volo su cross dalla sinistra di Radu. Il match-winner di questo ‘spareggio’ per il terzo posto, ora tornato nelle mani della Lazio (pero’ mercoledi’ c’e’ la Juve a Torino) e’ stato quindi proprio quel Mauri che prossimamente verra’ sentito dai magistrati che indagano sul calcioscommesse ma che per ora, e fino a prova contraria, rimane un protagonista in positivo. Sottolinearlo e’ giusto dopo una rete del genere ed una prestazione buona anche a coprire le manchevolezze del collega Hernanes, oggi nullo al punto che dopo un tempo Reja si e’ visto costretto a sostituire il brasiliano. La Lazio non sara’ sinonimo di bel gioco ma ha vinto per 3-1 per meriti propri (molto bene Candreva) e perche’ il Napoli nel secondo tempo ha dato l’impressione di aver esaurito la benzina giocando al piccolo trotto e con poca lucidita’ specialmente in fase offensiva, nonostante i tre ‘tenori’ (male in particolare Hamsik) piu’ Pandev. Mazzarri infatti, a causa delle assenze sulle corsie esterne, aveva rinunciato fin dall’inizio al suo modulo tradizionale del 3-5-2 affidandosi ad una manovra soltanto in teoria piu’ spregiudicata: mancavano la voglia e l’energia per metterla in pratica. Cosi’ ora al terzo posto e’ tornata di nuovo, e da sola, la Lazio che ha tre punti di vantaggio sull’Udinese che mercoledi’ verra’ all’Olimpico per far visita alla Roma oggi messa sotto a Lecce. A farsi stendere, stavolta direttamente dai laziali, e’ stato anche un Napoli deludente, in cui il solo Pandev ci ha messo un po’ di grinta, desideroso di farsi rimpiangere dal suo ex pubblico e di dare un dispiacere a Lotito. Non e’ stato un caso che dopo il gol dell’1-1 segnato al 34′ su assist di tacco di Lavezzi abbia esultato rabbiosamente mettendosi anche le mani sulle orecchie, gesto irridente forse piu’ verso il suo ex presidente che la tifoseria laziale. La prima rete della partita era arrivata dopo appena 9 minuti, dopo un’iniziativa di Konko sulla destra conclusa con un passaggio di Rocchi che toccava verso l’accorrente Candreva, il quale realizzava con il destro grazie anche alla complicita’ di un incerto De Sanctis. Il Napoli reagiva sfiorando il pareggio con Cavani che, lanciato da Pandev, si faceva precedere da Marchetti, poi la partita si adagiava su ritmi non irresistibili, con qualche lampo degli ospiti, come il bel ‘dai e vai’ fra Lavezzi e Cavani non finalizzato a dovere dall’argentino (tiro in fallo laterale). Poi c’erano stati la rete di Pandev ed un contatto in area tra il macedone e Cana, con l’attaccante finito a terra. Nella ripresa quasi solo Lazio, con un gran tiro di Candreva respinto da De Sanctis, la rete-capolavoro di Mauri e poi quella su rigore realizzata da Ledesma, dopo che Britos aveva cercato di rimediare maldestramente, stendendo Rocchi, ad un errore di Inler. A quel punto c’era solo da attendere la fine e poi ricominciava la festa per Chinaglia, con il figlio dell’eroe laziale sotto la curva nord a mostrare una maglia n. 9 del padre, quella del campionato ’74-’75 con lo scudetto sulla casacca biancoceleste. Bei tempi, chissa’ quando torneranno.

 

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