Lunga lettera aperta della Nocerina due settimane dopo il derby-farsa con la Salernitana: ”Quando tutti hanno abbassato i fucili con cui sono state sparate sentenze – si legge in uno stralcio del documento – abbiamo deciso di interrompere il silenzio e raccontare la verità.
Che – per quelli che hanno frainteso le dichiarazioni del direttore Luigi Pavarese – doveva essere ricostruita fedelmente per motivi ben precisi: 1) chiarire le dinamiche ed inchiodare tutti, ma proprio tutti, alle proprie responsabilità 2) tutelare l’immagine, la professionalità e la serietà di questa società 3) difendere con forza l’intera comunità nocerina. Perché riconoscere le colpe di pochi facinorosi significa scindere drasticamente da loro il 99% della popolazione nocerina e la stragrande maggioranza di tifosi che hanno sempre sostenuto la squadra con passione, rispetto e profondo senso di civiltà”. ”Il silenzio – si spiega – alimenta il pensiero, aiuta a guardarsi intorno, stimola riflessioni che a caldo l’emotività può condizionare o addirittura offuscare. Per questo, dopo il 10 novembre, abbiamo scelto un profilo basso. Il tempo è galantuomo e nel nostro caso soprattutto discreto. Perché ci ha permesso di lavorare lontano dai riflettori per far valere le nostre ragioni, evitando d’urtare una opinione pubblica già fortemente infastidita da tanta retorica ridondante e in alcuni casi deprimente. Nocera – e lo dice la storia – è terra di cultura, di lavoro, di ingegno, di spiccate figure professionali”. Non manca un richiamo alla politica locale: ”La comunità nocerina, in ambito politico, ha grosse rappresentanze: parlamentari, onorevoli, consiglieri regionali, provinciali e comunali. Ci chiediamo dove siano finiti tutti quanti in queste lunghe settimane di tensione e polemiche. Ci chiediamo perché la stragrande maggioranza di loro non abbia neppure deciso di metterci la faccia per spiegare al mondo intero che le due Nocera non sono affatto terre di degrado e criminalità”. ”In conclusione – si chiude la lettera – ci rifacciamo ad una frase di Papa Francesco, che rispecchia il nostro pensiero: ‘Ogni credente dovrebbe sempre ricordare che Gesù pronuncia solo la parola del perdono, non quella della condanna’.