PARETE – Si è svolto presso la Cooperativa Sole il convegno “La terra come tessuto sociale e sviluppo imprenditoriale”, prima di una serie di iniziative che porteranno nel febbraio 2012 ai festeggiamenti per i 50 anni di attività dell’azienda di Parete (Ce).
Presenti il sindaco di Parete, Raffaele Vitale; Emmanuele Coppola, direttore Biblioteca di Giugliano; Nicola Terracciano, storico locale; Enrico Pugliese, ordinario di Sociologia del Lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma; l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Caserta, Ettore Corvino; Francesco Massaro, coordinatore AGCI Sviluppo Attività Primarie Regione Campania; Tommaso De Simone, presidente Unioncamere Campania; Mario Catalano, presidente Legacoop Campania; Vito Faenza, giornalista.
Hanno introdotto i lavori il presidente, Antonio Maione e il direttore, Pietro Ciardiello della Cooperativa Sole. Si è partiti dalla centralità del rapporto con la terra, in una zona storicamente a vocazione agricola, fin dai tempi dei primi insediamenti umani conosciuti, risalenti a 3000 anni fa, quando quest’area era abitata dagli Osci, per arrivare alla conclusione che se le forze sane che operano sul territorio non si attrezzano unitariamente per riprenderne il controllo, non si può pensare ad una prospettiva futura.
Secondo i relatori, in accordo anche con gli interventi successivi della tavola rotonda, questo territorio ha accumulato, per l’invasività della criminalità organizzata avallata dall’insipienza e/o dall’interesse privato di politici e imprenditori conniventi, un debito ambientale in aree urbane degradate, nei siti inquinati e nel diffuso dissesto e abbandono.
Sono, infatti, in corso da tempo, e si vanno ulteriormente accentuando, processi non governati di abbandono dei terreni agricoli, che non solo danno origine a diffusi sintomi di collasso degli interventi tradizionali di difesa e sistemazione del suolo (pulizia dei fossi, costruzione e manutenzione di opere idrauliche contro gli allagamenti, per esempio), ma così facendo si lasciano nelle disponibilità del malaffare che quando va bene li utilizza per devastanti speculazioni edilizie. Tutto ciò determina un tale indebolimento del tessuto sociale, che si rischia di far scomparire quella parte del sistema economico locale sano, oltre alla cultura tradizionale.
Secondo tutti gli intervenuti, i traguardi raggiunti dalla Cooperativa Sole, in termini di occupazione e qualità della produzione, rappresentano il segnale tangibile che è possibile fare impresa, sana e sociale, trasformando le idee, i sogni in realtà concrete, in solide attività imprenditoriali.
Secondo la proposta lanciata dalla relazione di Ciardiello, occorre, dunque, invertire la rotta sul territorio e lavorare ad un cambiamento di paradigma “perché oggi possiamo dire che la coscienza dello stato delle cose che ci circonda ci fa sentire come ad una sorta di bivio storico, in cui è in gioco, pur partendo dalle debolezze e criticità del territorio, la possibilità di costruire un percorso tutti insieme, mondo produttivo, istituzioni e associazionismo per recuperare la dignità del nostro territorio, partendo da quella certezza che per noi è la terra”.
I terreni, peraltro, sono sfruttati appena per il 10% delle capacità di produzione e redditività.
Da qui la proposta: ripulire il territorio, ridando la possibilità alle persone di tornare a vivere nelle campagne, creando di nuovo comunità; partendo dal rispetto dei PTCP, intervenire con progetti condivisi di risanamento. In questo contesto, le storiche masserie dell’Agro Aversano – Giuglianese potrebbero recuperare il loro antico protagonismo. Potrebbero, infatti, essere trasformate in luoghi di socialità, in cui praticare corsi di educazione ambientale e di tutela del patrimonio paesaggistico e storico; in cui promuovere la produzione e la vendita diretta dei prodotti della terra, anche trasformati seguendo percorsi enogastronomici mutuati dalla tradizione locale.
Proposta largamente condivisa: dal sindaco di Parete come dal presidente De Simone, dall’assessore Corvino come dal coordinatore Massaro e dal presidente Catalano.
COOPERATIVA SOLE: I NUMERI IN SINTESI
Un bilancio in attivo che supera i 20 milioni di fatturato; 104 produttori associati, che hanno una potenzialità media annua di oltre 170.000 q. di ortofrutta; tra i 170 / 200 stagionali che superano le 102 giornate lavorative all’anno; negli ultimi due anni hanno assunto 5 persone a tempo indeterminato.
La Cooperativa Sole è identificabile con il primo stadio della filiera dell’ortofrutta che immette direttamente la propria produzione (i cui 2/3 sono ottenuti con le tecniche di produzione integrata e biologica) nel sistema distributivo per il consumo fresco (MOF), o per la manipolazione (selezione, lavaggio, calibratura e confezionamento) per la GDO nazionale.
5 aziende associate, recentemente, sono state certificate Global GAP, nel rispetto degli standard richiesti dalla GDO europea e tutte le 104 aziende adottano disciplinari che regolano il ciclo produttivo, consentendo una standardizzazione qualitativa del prodotto ottenuto, conformemente al rispetto del lavoratore, del consumatore e dell’ambiente.
Leader italiano nella produzione di fragole, Sole oltre a rifornire i più importanti mercati generali italiani, è presente anche in Germania, Austria e Svizzera. In Italia interagisce stabilmente con la GDO.
Associata ad Apofruit e alla Moc Mediterraneo srl; partner di Canova srl, società di commercializzazione di frutta e verdura biologica a marchio Almaverde Bio; partecipa a CPR System.