Una “bi-personale” per andare oltre lo sguardo esterno, un invito ad avere compassione delle ferite dell’esistenza umana. Protagonisti di questa ricerca sono stati Emmanuele Facchiano Santagata e Concetta Isacco, due giovani pittori matesini che hanno al loro attivo ben sette partecipazioni alla “Giostra” castellana tanto da meritare questa personale anzi bi-personale : un intreccio di indagine sul tema della “miseria dell’animo umano” affrontando ,e squarciando, due capitoli di questo oggetto “problematico”: la guerra ed il dolore femminile. Lo spazio artistico e creativo che ogni anno l’associazione Cluvia è stata, dunque l’occasione per questa riflessione calata nella realtà matesina con due mostre parallele ed intrecciate. Ecco una scheda del lavoro svolto e le loro biografie: “ In occasione della ventesima edizione de La Giostra, i due pittori espongono le loro opere in una bi personale di pittura. I due artisti (conosciutesi proprio in occasione di un’ estemporanea di pittura – La Giostra Edizione 2009) quest’anno, hanno scelto di mettere a confronto le loro tecniche pittoriche e le loro anime in un’unica esposizione, presentando però soggetti diversi legati da un unico filo conduttore. La diversità dei soggetti e delle tecniche utilizzate per realizzarli, è dettata dal fatto che la pittura, rappresenta uno stato d’animo, un pensiero, una voglia di raccontare e di raccontarsi dell’artista, che cerca dunque di rappresentare così una realtà propria, poiché esistono tante realtà diverse quanti sono gli uomini. Fonte abbontante, costante e comune di questa bi personale è “la miseria dell’animo umano”, che si concretizza attraverso una incessante ed accidiosa ricerca “del niente” che mai potrà trovare fine, divenendo così causa principale di molti problemi del mondo attuale che vedono l’uomo in veste di carnefice e vittima della propria natura.

L’uomo viene “miseramente” circondato dall’incapacità di comprendere e di conseguenza valutare in modo opportuno, le proprie azioni nei confronti degli altri e quelle degli altri nei propri confronti. I due artisti, affrontano e sviluppano questo stesso tema in modo completamente differente. Attraverso i pennelli danno forma e colore a due sfaccettature della miseria dell’animo umano. Emmanuele Facchiano Santagata, affronta questa tematica portando in scena gli impulsi primitivi, selvaggi e malvagi dell’umanità,che non sono affatto scomparsi, ma che continuano a vivere divenendo la corona della regina che da sempre è la massima espressione della” miseria umana” cioè la Guerra. Facchiano guarda a questo tema con un’impronta attuale, le sue pennellate diventano uno strumento di denuncia del vergognoso massacro, frutto della guerra che insanguina la striscia di Gaza. Le sue opere hanno l’obiettivo di documentare con particolari forti, scene del conflitto in corso. Le sue opere diventano così una sorta di reportage in diretta della guerra e, allo stesso tempo, un particolarissimo diario dell’esperienza pittorica fatta nel corso degli anni. L’artista sceglie di dare corpo a questa “denuncia” utilizzando come sfondo delle sue opere lo strumento che da sempre funge da finestra sugli orrori del mondo, la carta di giornale.

I colori diventano così la proiezione artistica di interessi e visioni del mondo contrapposte in cui regnano la crudeltà e le ingiustizie di cui si rendono responsabili le nazioni più civili, mettendo in risalto la malafede con cui si atteggiano di fronte alle proprie menzogne e iniquità a petto di quella dei nemici; e guardi infine come tutti hanno perso la capacità di giudicare con rettitudine. Concetta Isacco, ricerca la” miseria dell’animo umano” facendo un viaggio introspettivo in quelle che sono le terre desolate della fragilità e dei dissidi interiori, rappresentati nei volti e nei corpi di donne apparentemente appartenenti a un’epoca lontana dalla nostra, ma che in realtà percorrono due strade sempre attuali; la solitudine e il dolore. Il soggetto prescelto per le sue tele è la donna, da sempre “madre e materia” del genere umano. La “miseria dell’anima” viene rappresentata giocando con il linguaggio psicologico del corpo. Le donne delle sue tele sono raffigurate mentre curvano le spalle all’interno coprendo il torace e il collo in segno di difesa, facendo così emergere l’insicurezza e il disagio resi ancora più accentuati dalla testa nascosta tra le braccia ripiegate sul torace ed appoggiate alle gambe creando quasi una gabbia. Le“spalle voltate” e le lacrime, talvolta color sangue (che rappresenta la vita, l’amore e la passione e delusioni) accentuano i valori emozionali ed espressivi.

Un piccolo squarcio di apparente positività è rappresento dal ventre materno e da braccia che stringono a se un bambino, ma solo un occhio attento riuscirà a catturare i particolari di una tristezza interiore, che si cela dietro occhi spenti e sorrisi a malapena accennati, divenendo così un comunicato di emozioni negative, paure e frustrazioni che nella nostra vita quotidiana talvolta tendiamo ad ignorare, negare o reprimere. Indipendentemente da ogni tipo di diversità che caratterizza questa bi personale, i nostri due giovani artisti invitano lo spettatore a guardare queste opere passando dall’occhio all’interiorità più profonda dell’animo umano. L’occhio deve essere solo un mezzo per giungere all’interno, dove la visione interagisce con la propria sensibilità psicologica. La pittura che nasce dagli artisti Facchiano ed Isacco, in questo modo, non deve fermarsi all’occhio dell’osservatore, ma deve giungere al suo interno come un invito, un invito a vedere .. oltre”.

Michele Martuscelli

 

 

LE SCHEDE

 

Emmanuele Facchiano Santagata

Nato a Piedimonte Matese il 14/03/1985 ed ivi residente. Diplomato all’Istituto d’Arte di Cerreto Sannita nel 2003, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. È vincitore del primo premio al concorso di “Arte Sacra” in Pietrelcina nel 2003 con l’opera: “Acquasantiera con immagine di San Michele Arcangelo”. È medaglia d’argento al concorso internazionale “Caterina de Medici” della Città di Firenze nel 2009 con l’opera pittorica su tela raffigurante la statua di Dante Alighieri (opera è divenuta patrimonio della Città di Firenze). Numerose sono le partecipazioni di Facchiano a varie iniziative ed esposizioni locali, tra cui “Il giardino degli artisti”-La Giostra a cura dell’ Associzione Culturale Cluvia. Nel 2012 fu invitato ad una cena di gala, organizzata dall’associazione “ Le ragioni delle memoria della città di Piedimonte Matese”, per onorare la presenza di uno dei più importanti critici in materia d’arte, il professore Vittorio Sgarbi, al quale donò un’opera su tela raffigurante lo sguardo dello stesso Sgarbi, cercando così di mostrare un‘immagine più veritiera dell’animo del noto critico. Il professore accolse l’opera con vivo entusiasmo aggiungendo alla già ricca e positiva critica verbale la seguente recensione:“A Emmanuele che trova l’anima negli occhi di Vittorio Sgarbi”.

Concetta Isacco

Nasce a Piedimonte Matese (CE)nel 1984. Nel 2002 si diploma presso il Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Piedimonte Matese (CE) e si iscrive alla Facoltà di Scienze Giuridiche presso l’Ateneo di Cassino (Fr). Durante gli anni da liceale ha avuto modo di esternare la sua passione per l’arte, partecipando a numerose iniziative promosse dallo stesso liceo, tra cui la realizzazione della copertina de” I giorni delle donne, Agenda 2003”. Nel 2006 inizia la collaborazione ancora attuale con il “Giardino Degli Artisti” –La Giostra, promossa dall’associazione Culturale Cluvia. Nel corso degli anni seguono diverse personali, collettive ed estemporanee di pittura. Nel 2009 a San Potito Sannitico (Ce) in occasione di Cinemadamare, noto festival internazionale itinerante di cortometraggi, nato da un’idea del giornalista Franco Rina Isacco realizza una personale di di pittura dal titolo Così è ( se vi pare). Ospite d’onore della serata e “visitatore d’eccezione” della personale fu un il maestro Mario Monicelli. Dalle opere di quest’artista è possibile constatare che una realtà ugualmente valida per tutti non esiste, esistono invece tante verità soggettive quanti sono gli uomini .I colori ad olio miscelati con la sabbia materializzano queste realtà dettate non solo dagli occhi ma anche dall’anima.

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