Lo ribadiscono con forza, perché non vogliono essere fraintesi: “Questa non è una guerra tra nord e sud, è una guerra tra poveri”. Il problema di fondo è che i precari “storici” della scuola non vogliono essere messi da parte anche quest’anno. Vogliono “regole certe” per l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento, le cosiddette Gae, da cui si pescherà per il 50% delle assunzioni per l’anno scolastico 2014-15. Con l'”esodo di massa” (così lo definiscono) dei colleghi del sud nelle graduatorie delle province del nord, il rischio ora è che molti docenti in attesa non vengano immessi in ruolo. Una preoccupazione seria, che ieri una delegazione di maestri e prof. ha espresso “personalmente” a Giannini, a margine di un incontro al Caffè della Versiliana. Nell’era della scuola 2.0, anche la piazza in cui si incontrano i precari è virtuale: “Per ora c’è il gruppo su Facebook – spiega all’ANSA l’amministratrice di “Ora Basta!!!” Rosaria Miranda – ma poi vogliamo creare un comitato, con tanto di statuto. Entro fine mese lo faremo e decideremo anche se organizzare una manifestazione di protesta”. Gli iscritti sono circa 1.600 e “aumentano di ora in ora”.

Ieri una rappresentanza ha consegnato al ministro un documento in cui è riassunto il loro punto di vista. “Giannini è stata molto gentile – riferisce la docente – ma alla fine ci siamo trovati di fronte a un muro. Ha detto di conoscere la nostra situazione ma che dal Ministero poco si può fare. La nostra rimane quindi una guerra tra poveri, che, se si vuole, si deve combattere in Procura, con gli avvocati”. Rosaria, 44 anni, maestra di scuola dell’infanzia, è iscritta alle graduatorie di Firenze dal 2002: originaria di Salerno, anche lei a suo tempo ha preferito una provincia del centro rispetto a una del sud. “Quest’anno – racconta – a causa dell’inserimento di altri precari sono scivolata al 185/mo posto in graduatoria. E c’è il rischio che non mi venga dato l’incarico, lo sapremo solo a fine mese”. “Scriveremo di nuovo al ministro e per conoscenza anche al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: stiamo già preparando una lettera. Non si può giocare sulla pelle dei precari, non dando garanzie. Mancano regole certe che difendano i nostri diritti”. L’esercito dei docenti chiede che vengano “regolamentati i trasferimenti prevedendo misure che incentivino la permanenza nelle Gae”, magari con “l’attribuzione di un bonus punti per ogni anno di permanenza in una provincia, bonus che si perderebbe (anche per gli anni precedenti) in caso di trasferimento”.

Ma allo stesso tempo servono anche “maggiori controlli al momento dell’iscrizione”, “contro l’uso indiscriminato di espedienti per l’acquisizione di punteggio e l’attribuzione di riserva per velocizzare la scalata al cosiddetto ruolo”. Anche i sindacati entrano nel merito. Anief ricorda che i trasferimenti nelle graduatorie da sud a nord sono dovuti soprattutto al taglio delle cattedre, che “al sud si sono ridotte anche del 18%”. Ma non si faccia, avverte il presidente nazionale Marcello Pacifico, una questione di “anzianità di iscrizione”, quel che conta è il merito. Anche il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, ieri aveva ribadito la necessità di investimenti al sud e di “mettere mano a una riforma seria di organici e reclutamento”.

 

 

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