Ma era necessario il dissesto finanziario? Era inevitabile?. Ormai da mesi il dibattito politico-amministrativo, a Raviscanina, ruota intorno a queste domande che, ovviamente, hanno un valore diverso, prima e dopo la dichiarazione di dissesto avvenuta a luglio. Nessuna delle due liste ha previsto ed inserito nei rispettivi programmi elettorali questa misura estrema, anzi non l’hanno proprio considerato il ricorso, sottovalutando il problema e adesso stanno a beccarsi nelle piazze e nelle aule consiliari. Così è avvenuto anche nel corso dell’ultima seduta di consiglio dedicata all’approvazione in misura massima di tasse ed imposte applicabili come misura obbligatoria(durata 5 anni) al dissesto. La maggioranza ,insediatasi circa un anno fa, ha preso tempo (una delle obiezioni della minoranza) per avere i dati e le informazioni utili per conoscere la consistenza delle passività: “la situazione andava arginata, nessun’altra soluzione poteva essere intrapresa chiedendo( e chiedendosi) perché presunte soluzioni alternative al dissesto non sono state prese dalla vecchia amministrazione” ha dichiarato il sindaco Napoletano. L’ opposizione, dal canto suo, contesta la scelta presa dalla maggioranza di ricorrere al dissesto: “l’aumento al massimo delle tasse è conseguenza dovuta della dichiarazione del dissesto, che, invece è una scelta voluta dell’amministrazione” ha obiettato in aula De Balsi parlando di “salasso” ai danni dei cittadini. Ma ritorniamo al punto interrogativo iniziale: aveva strade alternative l’amministrazione Napoletano? O la scelta è stata necessaria e necessitata? Il dibattito e le polemiche non si fermeranno.

Michele Martuscelli

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