Giovedì 18 settembre 2014 ricorre il VI anniversario della  ‘Strage di Castel Volturno’ nella quale persero la vita 6 giovani ghanesi. Il centro sociale Ex Canapificio, il Movimento dei Migranti e dei Rifugiati di Caserta, la Caritas, l’associazione RES di Castel Volturno, Migrantes Caserta, i Comboniani Missionari di Castel Volturno, la Ta.Co.Ci.Su. di Caserta, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro e il Consiglio Italiano per i Rifugiati insieme ad altre associazioni che operano sul territorio, anche quest’anno hanno organizzato una giornata di commemorazione e ricordo. L’appuntamento è alle ore 9.30 al km 43 SS Domiziana, nei pressi della Sartoria “Ob ob Exotic Fashions (Ischitella— Castel Volturno).

“Dal 2008 – si legge in una nota – siamo impegnati nel mantenere vivo il ricordo di quelle vittime innocenti affinché, anche nel loro nome, le condizioni dell’area di Castel Volturno possano migliorare. Crediamo fermamente che per ricostruire una nuova identità di inclusione e dialogo a Castel Volturno sia necessario partire dalla memoria e dal coinvolgimento delle nuove generazioni che da anni partecipano a vario modo a questa commemorazione, come lezione di legalità e rispetto dei diritti umani. Ecco perché alla celebrazione prenderanno parte, oltre alle associazioni e ai rifugiati e gli immigrati, le autorità locali,  il Magistrato napoletano Cesare Sirignano, sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli e gli studenti dell’Isis di Castel Volturno che assisteranno ad una lezione anticamorra sul luogo dell’eccidio, un percorso di crescita e di cambiamento che possa contribuire a formare uomini e donne capaci di opporsi alla discriminazione sociale e razziale in una cornice anticamorra.

Rendere il 18 settembre una “giornata della memoria” vuol dire ricordare a noi stessi che la camorra, nonostante tutto, non può vincere sul nostro territorio La sentenza della Cassazione, nelle motivazioni delle condanne definitive dell’ergastolo inflitto a Setola e la sua banda, sottolinea che il gruppo Setola aveva agito con elevata aggressività e ferocia senza curarsi dell’incolumità di nessuno con un evidente disprezzo e avversione per gli africani. I killer nel raid presso la sartoria sulla domitiana, dove solitamente si radunavano i migranti, arrivarono travestiti con uniforme da carabinieri e fingendo un controllo sparando con 4 pistole, 2 kalashnikov ed una mitragliatrice. E’ stato accertato dalla Suprema Corte l’intento di uccidere tutti coloro fossero presenti nella sartoria, evitando che vi fossero superstiti, spinti da un sentimento di odio razziale in quanto certi che, anche socialmente, il valore di quegli uomini fosse nullo. La Corte ha infatti confermato le aggravanti del metodo mafioso, della strage, dell’odio razziale.

Mai come quest’anno,  inoltre,  questa commemorazione assume un significato cruciale alla luce dei recenti eventi che hanno portato nuovamente il litorale domitio sulle prime pagine della cronaca. Infatti lo stesso contesto di degrado sociale ed ambientale di Castel Volturno il 14 luglio, in località Pescopagano, è stato ancora teatro di violenti episodi di matrice camorristica, nei confronti di migranti gambizzati per futili motivi e che, sull’orlo della loro disperazione quotidiana, hanno reagito con rabbia”.

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