A fronte di un prestito di 144mila euro utili a risolvere alcuni problemi legati alla sua attività, un imprenditore di Ottaviano (Napoli) è stato costretto a versare ai presunti ”benefattori” una cifra pari a 1.641.750 euro, con tassi usurai applicati del 225% annuo. Per questo motivo i finanzieri della compagnia di Ottaviano hanno eseguito nei confronti di tre imprenditori, Pasquale Carbone e i figli Anna e Antonio, tutti operanti nel settore della distribuzione alimentare, un sequestro per equivalente uguale alla cifra versata negli anni dalla vittima, sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza della compagnia di Ottaviano. Sotto chiave sono finiti otto immobili tra Saviano, Nola e Mondragone (Caserta), oltre a conti correnti, depositi, quote societarie e autovetture. Le indagini, coordinate dalla Procura di Nola, hanno accertato che i tre imprenditori utilizzavano i loro supermercati per coprire l’attività usuraia, tanto che emettevano ”regolare” fattura nei confronti della vittima relative ad operazioni mai avvenute. L’esame della documentazione amministrativo-contabile, confrontata con le risultanze di quella bancaria, alcune testimonianze, i documenti recuperati nel corso di perquisizioni hanno consentito di acquisire le prove necessarie. ”Le complesse indagini, durate oltre due anni – scrive in una nota il procuratore della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso – hanno consentito di portare allo scoperto la figura di un usuraio ben radicato sul territorio, evento di estrema importanza in virtù del fatto che, nella maggior parte dei casi, tale attività illecita per ragioni di sudditanza psicologica, di intimidazioni dirette e indirette, non viene portata allo scoperto, bensì ‘celata’ dal silenzio delle vittime”

 

 

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