Il tribunale di Roma ha dichiarato il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti dell’ex procuratore della repubblica di Santa Maria Capua Vetere Mariano Maffei, finito sotto processo nella capitale per calunnia ed abuso d’ufficio. Le accuse a Maffei, ora in pensione, facevano riferimento a presunte irregolarità, avvenute nel 2006, legate all’iscrizione nel registro degli indagati, per fatti ritenuti insussistenti, di due suoi ex colleghi: l’allora aggiunto Paolo Albano, ora procuratore della repubblica di Isernia, e il pm Filomena Capasso, attualmente alla procura di Napoli. Entrambe le parti civili sono state assistite dagli avvocati Michele Lioi e Ferdinando Imposimato. Nelle motivazioni il collegio della seconda sezione del tribunale, presieduto da Adele Rando, afferma che la dichiarazione di non punibilità è determinata dal fatto che “non risulta evidente la prova dell’innocenza dell’imputato”. Infatti per un proscioglimento nel merito – precisa il collegio – è “notoriamente richiesto che sia rilevabile l’assoluta assenza della prova di colpevolezza ovvero la prova positiva di innocenza” Maffei era il capo dell’ufficio che indagò l’ex ministro Clemente Mastella, il quale si dimise provocando la caduta del governo Prodi, e che mise ai domiciliari la moglie Sandra Lonardo

 

 

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