In Campania il 38 per cento dei bambini è obeso rispetto alla media nazionale in cui il dato si attesta al 24 per cento. Il dato è emerso nel corso della due giorni su epatologia e cardiologia che si chiude oggi al Centro congressi dell’Università Federico II. Nel corso della tavola rotonda ‘l’Officina cardiologica’ è stato affrontato il tema dell’obesità che può avere risvolti sul sistema vascolare. Secondo i dati, essere obeso nei primi 10 anni vuol dire diventare, ”con ottime probabilità”, circa nel 75 per cento dei casi, un adulto obeso. Condizione che – come sottolineato dall’epatologo Antonio Sciambra – ”ha risvolti psicosociali e predispone a problemi ortopedici, endocrino-metabolici, cardiovascolari, respiratori e gastrointestinali”. Tra le cause dell’incremento del fenomeno dell’obesità infantile in Campania, la crisi economica. ”Il reddito e il potere di acquisto familiare – aggiunge Sciambra – stanno influenzando i comportamenti alimentari. Gli alimenti più ricchi di zuccheri e addizionati di grassi sono spesso economici, prontamente disponibili e, di conseguenza, si preferiscono a discapito delle corrette scelte alimentari”. I medici hanno evidenziato come ”più obesità vuol dire più grasso e più infiammazione al fegato, e dal momento che il grasso nel fegato si comporta come un virus, in futuro più cirrosi, più epatocarcinoma”. Da qui la necessità di avviare un’azione di sensibilizzazione di genitori e bambini sulla corretta alimentazione. Da Napoli, parte il progetto pilota sull’educazione alimentare e sui corretti stili di vita realizzato dalle docenti dell’International School of Naples, diretta da Josephine Sessa. Le insegnanti hanno svolto nelle scuole elementare, lezioni sull’importanza della dieta mediterranea e di stili di vita sani