L’asse tra Silvio Berlusconi ed Umberto Bossi continua a scricchiolare. L’atteso chiarimento chiesto dal premier al Senatur dopo lo ‘strappo’ della lega sul voto su Alfonso Papa continua a subire rinvii. Sceso in conferenza stampa da solo, dopo un Cdm fiume (tre ore di discussione),
il Cavaliere prova, almeno ufficialmente, a far rientrare le tensioni ribadendo ancora una volta che il governo va avanti, ma soprattutto, mostra di non avere ”preoccupazione” per la tenuta dell’esecutivo e della maggioranza. Spiega di aver parlato con i due colonnelli leghisti presenti a palazzo Chigi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli, ma e’ con il Senatur che il Cavaliere vuole affrontate la questione. L’assenza del leader leghista non consente il ‘faccia a faccia’, ma il premier si affretta ad annunciare di aver gia’ fissato un appuntamento telefonico per il tardo pomeriggio. Il colloquio c’e’ in serata, fanno sapere dal Carroccio, ma si risolve in un nulla di fatto. Piu’ che altro, si sottolinea in ambienti del Pdl, i due leader oggi si sono sentiti per salutari. Berlusconi ha fatto gli auguri al Senatur di pronta guarigione dopo l’intervento all’occhio e gli ha dato appuntamento a quando si sara’ completamente ristabilito. Pochi minuti in cui i due leader avrebbero di fatto rinviato ad un vertice (senza fissare pero’ una data) l’atteso chiarimento. Il gelo con quello che il Cavaliere considera da sempre l’alleato piu’ fedele, e l’atteggiamento tenuto oggi in Consiglio dei ministri con il ministro dell’Intero Roberto Maroni, mettono in evidenza le difficolta’ e lo stallo in cui versa la maggioranza, spiegano alcuni ministri. Il titolare del Viminale e’ il primo a varcare la soglia di palazzo Chigi per una riunione, negli uffici del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, a cui prendera’ parte anche il Cavaliere sullo stato dei servizi segreti. E, al di la’ dei temi in agenda, sia il capo del governo che il ministro dell’Interno evitano di aprire discussioni ‘fuori sacco’. Stessa scena in Consiglio dei ministri, dove nessun accenno viene fatto a quello che e’ accaduto in Aula, anzi, a colpire diversi ministri pidiellini e’ la cortesia con cui il premier si rivolge al titolare dell’Interno (che lascia la riunione a meta’ per impegni). Al termine del Consiglio il Cavaliere si sarebbe soffermato qualche minuto con Roberto Calderoli. Poi, con alcuni ministri, il Cavaliere avrebbe ripetuto quanto detto poi in conferenza stampa: Si va avanti tutti insieme compatti. E questo lo sanno anche i leghisti. Toni non proprio concilianti con i lumbard. E che la situazione sia tutt’altro che serena lo dimostra anche il nervosismo nella lunga discussione sulla riforma costituzionale che ha impegnato per ore premier e ministri. Il testo viene licenziato ‘salvo intese’ perche’, al di la’ dell’accordo politico, su alcuni punti diversi esponenti dell’esecutivo hanno sollevato dubbi e perplessita’. Ai problemi con il Carroccio il Cavaliere deve aggiungere il ‘nodo’ sempre piu’ complicato da sciogliere del successore del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il primo a voler lasciare via Arenula per occuparsi a pieno del partito e’ proprio l’attuale Guardasigilli: Il problema e’ trovare il sostituto. La ‘bacchettata’ di Giorgio Napolitano che, nel corso della cerimonia del ventaglio, ha messo in evidenza le difficolta’ del governo a far quadrare i conti sul nuovo ministro della Giustizia, deve aver contribuito a incupire il Cavaliere che pero’ a stretto giro di posta ha fatto arrivare la sua replica: ”La prossima settimana procederemo alla sostituzione”.”Devo andare dal Capo dello Stato a formulare la nostra proposta e sono certo che verra’ approvata”. Nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio nel Pdl permane lo scetticismo su un cambio repentino. La rosa di nomi circolati in queste settimane non ha prodotto una scelta, tant’e’ che diversi dirigenti pidiellini non esitano a definire la faccenda ancora in alto mare.