“Ho la soddisfazione massima di aver ricompattato l’ufficio che ho diretto per sette anni. E’ un lavoro che sono riuscito a fare a svolgere grazie alla collaborazione degli aggiunti e dei pm”. Lo ha detto il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, da dopodomani in pensione.

“La forza di questo ufficio, i grandi risultati ottenuti, sono il frutto di una grande unita’ tra tutti i pm. Questa unita’ dovra’ continuare anche quando io non ci saro’ piu’ a dirigere la Procura, solo cosi’ questo ufficio continuera’ ad essere uno dei migliori d’Italia”, ha concluso Lepore.  Rievocando i suoi sette anni trascorsi a capo della Procura di Napoli, una delle piu’ ‘calde’ d’Italia, dove operano oltre 110 pm, il procuratore Giovandomenico Lepore ha ricordato in particolar modo le soddisfazioni ricevute nella lotta alla Camorra. “Quando arrivai in Procura c’erano quattro superlatitanti, che sembravano imprendibili da circa 10 anni. Questi quattro latitanti ora che lascio la Procura sono finiti tutti in manette. L’ultimo Michele Zagaria, latitante da 16 anni. Prima di lui avevamo arrestato Antonio Iovine, altro pezzo da novanta dei Casalesi, latitante da 15 anni”, dice all’Adnkronos l’alto magistrato. Il procuratore capo ha poi ringraziato per il lavoro svolto “i magistrati, le forze dell’ordine, che hanno lavorato instancabilmente contro i clan del napoletano e del casertano”. (

 

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