Beni mobili ed immobili per un valore di 30 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione per l’esecuzione da paerte dei carabinieri di 18 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti affiliati alla cosca di ‘ndrangheta Sia-Procopio-Tripodi, che ha la sua base operativa nella zona di Soverato. I beni consistono in rapporti bancari, quote societarie, attivita’ economiche ed in un villaggio turistico composto da duecento unita’ immobiliari a San Sostene (Catanzaro).

Il patrimonio sottoposto a sequestro preventivo era riconducibile ad alcuni degli affiliati alla cosca nei confronti dei quali sono stati emessi i provvedimenti di fermo. Dalle indagini, svolte dai finanzieri del Gico di Catanzaro in collaborazione con lo Scico di Roma, e’ stato possibile ricostruire gli interessi economici della cosca che, ricorrendo ad articolati schemi societari ed a fittizie intestazioni di beni, era riuscita ad inserirsi in importanti iniziative imprenditoriali e commerciali apparentemente legali. Nell’ambito di questa specifica attivita’ investigativa la Guardia di finanza ha denunciato alla Dda di Catanzaro 14 persone con l’accusa di intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalita’ mafiose. L’attivita’ investigativa, che si e’ avvalsa anche della collaborazione del Ros, e’ stata avviata il 22 dicembre 2009 a seguito della scomparsa per lupara bianca di Giuseppe Todaro. Le indagini, oltre a ricostruire le fasi della scomparsa della vittima, hanno permesso di delineare compiti e ruoli degli indagati nell’ambito del ”locale di ‘ndrangheta di Soverato”, attivo dal 2002 nei comuni di Soverato, Davoli, San Sostene, Montepaone e Montauro.

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