Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pescara, coordinata dal vice Questore Pierfrancesco Muriana stanno eseguendo questa mattina due misure cautelari per lo sfruttamento della prostituzione. Le ordinanze emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Maria Michela Di Fine sono state richieste dal pm Andrea Papalia che ha coordinato le indagini.
Oltre alle due misure restrittive in carcere nei confronti di una donna (ai domiciliari), e di un romeno che è ricercato, ci sono quattro indagati (i genitori della donna, un agente immobiliare e l’ex convivente dell’ucraina). Sequestrati beni per oltre 400 mila euro. Oggetto delle investigazioni è stata una cittadina ucraina che da tempo sfruttava l’attività di meretricio svolta da decine di prostituite all’interno di tre appartamenti a Pescara e Montesilvano (Pescara) due dei quali di sua proprietà, incassando ingenti profitti derivanti dalla ripetuta locazione «in nero» degli immobili. La donna, inoltre, in concorso con i suoi genitori, in violazione della normativa sull’assegnazione delle pensioni sociali, ha attuato una truffa ai danni dello Stato italiano. I due anziani, infatti, fin dal mese di marzo del 2008, percepiscono la pensione in Italia anche se vivono stabilmente in Ucraina e conservano solo fittiziamente la residenza anagrafica. Le verifiche effettuate in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, Istituti bancari, Poste Italiane e Automobile Club Italia hanno fatto emergere che l’indagata e il suo nucleo familiare, pur risultando intestatari di due pensioni sociali, risultano proprietari di beni mobili, immobili e depositi di denaro, non giustificati dalla dichiarazione dei redditi. Per questo il Gip ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo di tre appartamenti, di un’autovettura e di un conto corrente postale, per un valore complessivo di oltre 400.000 euro, risultati intestati o comunque nella disponibilità dell’indagata che ufficialmente è disoccupata.