Un sequestro preventivo “per equivalente” di 263 milioni nei confronti di società del gruppo imprenditoriale Ragosta è stato eseguito stamattina da funzionari della Direzione Interregionale Dogane su richiesta della Procura di Napoli. Il provvedimento è la conseguenza di un accertamento fiscale sulle società del gruppo “Dagar srl”, “Imi Sud srl”, ed “Imi Sud laminazione srl”, che operano nel settore metalli ferrosi. Al gruppo imprenditoriale viene contestato il mancato pagamento dell’ Iva su importazioni effettuate nel Porto di Napoli mediante l’utilizzazione del “deposito Iva”, che consente di non pagare l’ imposta al momento dell’importazione dei materiali, ma di posticiparla al momento della loro uscita dal deposito. Le tre società del gruppo – secondo quanto emerso dall’accertamento fiscale – intrattenevano rapporti commerciali tra loro effettuando operazioni che servivano solo per mascherare il mancato pagamento dell’imposta. Il sequestro riguarda quote societarie, beni mobili e conti correnti intestati ai proprietari e legali rappresentanti del Gruppo Ragosta, ai quali è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla commissione di contrabbando doganale e reati fiscali. “Il sequestro per equivalente è stato eseguito sui beni già sequestrati e nella disponibilità, da circa tre anni, dell’Autorità Giudiziaria. Più precisamente, si tratta di un sequestro che si sovrappone ad altri due già esistenti. E’ una questione che risale al condono del 2002 e che si è frammentata in una miriade di processi penali e tributari, con la conseguente moltiplicazione dell’originaria pretesa tributaria per ben dieci volte”. Ha spiegato l’imprenditore Fedele Ragosta, patron dell’omonimo gruppo nei cui confronto è stato eseguito un sequestro preventivo “per equivalente” di 263 milioni per evasione dell’Iva.