Il riconoscimento, per legge, di una lingua dei segni (LIS, Lingua italiana dei segni) per i sordi e di una lingua dei segni per i sordociechi (LIS Tattile): di questo si è parlato, oggi a Salerno, nel corso di un seminario tenuto nell’Istituto Filippo Smaldone. L’incontro, organizzato dall’Associazione interpreti di lingua dei segni italiana (Anios), è stato svolto dalla professoressa Alessandra Checchetto, interprete LIS, interprete guida per persone sordocieche, docente all’università Ca’ Foscari di Venezia.
I sordi e i sordociechi, è stato ribadito nel corso dell’incontro, hanno diritto a comunicare con le persone ‘normali’. Per loro è stato evidenziato deve esserci uno strumento che consenta di trasmettere agli altri le loro emozioni, i loro sentimenti e le loro parole attraverso le quali affermare le loro volontà e i loro diritti. E questo non può che avvenire attraverso uno strumento comunicativo, una lingua a loro dedicata. LIS e LIS Tattile, è stato spiegato, sono lingue a tutti gli effetti, con proprie strutture sintattiche e grammaticali. Ed è in questa direzione che l’Associazione interpreti di lingua dei segni italiana si sta muovendo, spingendo per l’approvazione di disegni di legge, già presentati al Senato, che diano pari dignità alle persone sorde e sordo cieche. Anios affianca a questa sollecitazione un altro tema fondamentale: il riconoscimento formale della figura dell’interprete per sordi e per sordociechi. “Perché senza questi è stato con forza sottolineato una lingua non avrebbe modo di esistere”.