La discarica di via Mercalli nasce nel lontano 2001, quando l’allora giunta di centrodestra, con il sindaco Vergara, né autorizzò la creazione all’interno del perimetro del vecchio campo sportivo comunale. Di lì a poco, la Polisportiva Sant’Antimo, del Gruppo Cesaro, si aggiudicò la gara d’appalto per la gestione ventennale dell’intero complesso sportivo. La zona della “mini discarica” restò, di fatto, esclusa al momento della consegna, pur rientrando nell’area assegnata su concessione. Attualmente le operazioni di bonifica dovrebbero, in teoria, essere terminate. Ma così non è. Il tutto risulta fermo a causa di un errore di calcolo: la ditta, C.I.T.E s.r.l., a cui sono stati affidati i lavori di bonifica, ha denunciato la presenza di circa 4000 tonnellate di rifiuti in più rispetto alle 8000 stimate in origine. In sostanza, sono mesi che la C.I.T.E., a fronte dell’aumento del carico di lavoro, chiede di integrare economicamente il contratto stipulato con il comune di Sant’Antimo. Sono già due le transazioni che, nel corso degli anni, il Comune ha definito con la Polisportiva Sant’Antimo s.r.l., a causa dei danni economici lamentati per la mancata rimozione dei rifiuti e la conseguente mancata consegna dell’intero suolo oggetto della concessione. Nel 2004, con un primo atto transattivo, l’allora Commissario Prefettizio deliberava la concessione di una fideiussione, per un importo di € 3.637.620,00, a garanzia dei lavori che la Polisportiva avrebbe dovuto eseguire per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’intera struttura, oltre che il prolungamento di 5 anni della concessione per la gestione degli impianti, come risarcimento per il danno arrecato. Il fatto che l’efficacia della transazione, per espressa clausola contenuta all’interno dell’atto, fosse legata alla rinuncia da parte della Polisportiva ad ogni azione risarcitoria nei confronti del Comune, non ha impedito alla stessa di richiedere, nel giro tre anni, un nuovo risarcimento. Nel 2008, infatti, la Polisportiva avanzava nuove pretese. Questa volta con un ricorso presso il Tribunale di Napoli, lamentando, ancora una volta, i danni causati dalla presenza dei rifiuti e dalla mancata consegna dell’area. Il Comune in un primo momento si costituiva in giudizio, eccependo, tra l’altro, il mancato pagamento, da parte della Polisportiva, dei canoni mensili di gestione per un importo complessivo di € 49.579,86, l’evasione della tassa di smaltimento dei rifiuti per un importo di 81.505,05 e l’occupazione abusiva di suolo comunale (l’attuale parcheggio a pagamento). La lite durava poco e un nuovo atto transattivo veniva firmato nel 2011. Cosa prevedeva questa nuova transazione? La cessione alla Polisportiva del suolo già occupato abusivamente, che da area di parcheggio gratuito diventò un parcheggio a pagamento; l’ulteriore prolungamento della concessione dei servizi di gestione dell’impianto sportivo fino all’anno 2038; la concessione edilizia per un ulteriore ampliamento del complesso sportivo, con fideiussione per i lavori da fare per un importo di € 1.493.300,00 a carico del Comune di Sant’Antimo; la cancellazione dei debiti maturati dalla Polisportiva nei confronti del Comune, in relazione al mancato pagamento dei canoni mensili e della tassa sui rifiuti per un importo complessivo di € 131.000,00. Nella stessa transazione, il Comune si impegnava ad ultimare la bonifica entro 365 giorni dalla firma dell’atto. Questo avveniva nel 2011 e, come è noto, le operazioni non risultano ancora terminate. Intanto, La Polisportiva Sant’Antimo s.r.l. nel febbraio 2014 ha depositato un altro ricorso presso il Tribunale di Napoli. La storia, insomma, non è ancora finita. Intanto, i cittadini hanno ancora sul proprio territorio una discarica a cielo aperto di cui non si conoscono i tempi di bonifica. Va detto, tra l’altro, che nonostante quel sito fosse destinato a raccogliere unicamente rifiuti solidi urbani, attualmente è ben visibile la presenza di materiali di risulta edili, apparentemente residui di attività di demolizione. Dal canto suo, la Polisportiva Sant’Antimo s.r.l., si è vista ampliare fino al 2038 la concessione per la gestione dell’intera struttura; ha ottenuto la concessione dell’area che aveva già occupato, abusivamente, adibendola a parcheggio ed ha effettuato lavori lasciando che fosse il comune, con la proprie casse, ad esporsi finanziariamente. Per non parlare della cancellazione del debito dei circa 131.000,00 € che ha accumulato negli anni nei confronti dell’ente comunale. A conti fatti, in questi tredici anni, la discarica più che un problema è stata un’enorme risorsa, almeno per il Gruppo Cesaro.
Luca Leva
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