Le foreste italiane hanno fatto risparmiare al nostro Paese circa 500 milioni di euro dal 2008 al 2012. Hanno, infatti, dato un forte contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto che per l’Italia prevedeva la riduzione del 6,5% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 (anno base del Protocollo).

Lo afferma il Corpo forestale dello Stato spiegando di aver contribuito all’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio (Infc), cioè circa 12 miliardi di alberi. La quantificazione del risparmio emerge dal Rapporto ufficiale relativo all’Inventario Nazionale delle Emissioni pubblicato qualche giorno fa sul sito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (Unfccc). Il Protocollo di Kyoto consente ai Paesi sottoscrittori di contabilizzare l’azione positiva delle foreste sui cambiamenti climatici; attraverso l’assorbimento dell’anidride carbonica mediante la fotosintesi clorofilliana che la trasforma in legno, bloccandola per lungo tempo, si è potuto contabilizzare il contributo delle foreste e portare il relativo credito a compensazione. L’Italia, spiegano esperti della Forestale, non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di riduzione del 6,5%, mancando cento milioni di tonnellate di CO2 equivalenti e incorrendo, quindi, in una penale pari all’obbligo di acquisto di crediti per 600 milioni di euro nella Borsa europea ad hoc (la SendeCO2, Borsa Europea di Diritti di Emissione di Diossido di Carbonio e Crediti di Carbonio ). Le foreste italiane sono riuscite a compensare gran parte del debito, con 75,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2) equivalenti, ben oltre il 70% del totale mancante a onorare l’impegno. Se si considera che il valore attuale della tonnellata di CO2 si aggira tra i 5 e i 6 euro, si arriva a quasi 500 milioni di euro risparmiati, spiega la Forestale.

 

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