“L’unica novità contenuta nell’aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti è che non c’è alcuna novità. Ancora una volta, infatti, la Giunta Caldoro non fa altro che dare continuità alle politiche fallimentari che negli ultimi 20 anni hanno prodotto l’emergenza rifiuti in Campania, che tanti danni ha creato alla salute dei cittadini, all’economia agricola e turistica della nostra terra”. Lo ha dichiarato Salvatore Vozza, candidato alla presidenza della Regione Campania per la lista “Sinistra al lavoro”. “Quelle di Caldoro – ha spiegato Vozza – sono politiche obsolete e che hanno dimostrato da tempo il loro fallimento. Puntare ancora una volta su più discariche e più inceneritori sembra essere l’unica opzione che il centrodestra conosce. Con il paradosso che le gare per i nuovi inceneritori sono andate deserte, perché senza sussidi e incentivi l’incenerimento non è finanziariamente sostenibile”. “Come abbiamo già avuto modo di denunciare in seguito alla sua approvazione – ha proseguito – la legge regionale del 2014 sul “Riordino del servizio di gestione rifiuti urbani e assimilati in Campania” non fa altro che aumentare i ritardi della gestione rifiuti, delimitando ambiti territoriali incoerenti con la scarsa impiantistica esistente, facendo riferimento a una pianificazione inesistente e non coerente con le linee guida europee di gestione e soprattutto incrementando i costi del servizio. Tale era la situazione un anno fa e tale è rimasta oggi, se non addirittura peggiorata”. “Noi, per i rifiuti, abbiamo in testa un’idea di sviluppo diversa, che parta da una nuova gestione della raccolta e delle stoccaggio e investa in soluzioni innovative. Serve anzitutto – ha continuato Vozza – una nuova legge regionale che realizzi una seria pianificazione integrata a livello regionale ispirata ai principi di ciclo integrato verso rifiuti ZERO, articolata tra piano dei rifiuti solidi, urbani ed assimilati, piano dei rifiuti speciali e piano di bonifica. Una gestione decentrata, democratica, partecipata e condivisa, che finalmente coinvolga i comuni in forma singola ed associata, ma anche associazioni e comitati. Una gestione che smetta di passare sulla testa e sulla salute dei cittadini”. “La prima cosa da fare in Campania – ha concluso – è realizzare impianti per il trattamento dell’umido, che sono la chiave per abbattere costi differenziata, visto che al momento differenziamo per poi portare in Puglia e altro con costi altissimi. La vera difficoltà è nel trattamento dell’umido, un settore nel quale è stato realizzato solo un impianto per 30mila tonnellate: la chiave per abbassare costi per i cittadini, con un atteggiamento pratico e non ideologico, è la realizzazione di impiantistica intermedia per la differenziata”.