Allevare tonno rosso a dieta per le tavole degli italiani a cui piacciono carni più magre e delicate di quelle richieste dai giapponesi per i loro sushi e sashimi. E’ il progetto appena concluso della FedercoopescaConfcooperative, nato per valorizzare il consumo nazionale di questo pesce, la cui produzione oggi è destinata per oltre l’80% al mercato straniero.
A Marina di Camerota, in provincia di Salerno, cento tonni pescati e poi allevati in una gabbia nel mare sono stati nutriti dai primi di giugno con un’alimentazione più equilibrata rispetto a quella utilizzata per i pesci destinati al mercato nipponico, soprattutto per quanto riguarda le quantità. Insomma sempre sgombri, sardine e alacce, spiega l’associazione, ma in minori quantità. Infatti, per le lavorazioni gastronomiche tradizionali italiane, a partire dai prodotti sott’olio, le carni troppo grasse ne impediscono la conservazione. ”Un modo per dare forza al comparto e valorizzare le tante professionalità che sono nell’area cilentana”, spiega il presidente FedercoopescaConfcooperative Paolo Tiozzo, nel ricordare che il tonno rosso di allevamento in Italia muove un giro d’affari da 100 milioni di euro. Oggi a conclusione del progetto, con una cerimonia a cui ha partecipato, tra gli altri, il Sottosegretario al Mipaaf, Giuseppe Castiglione, sono stati liberati nelle acque al largo di Marina di Camerota i tonni che hanno partecipato al progetto. Aderendo alla campagna dell’organizzazione Iccat, Commissione internazionale per la conservazione dei grandi pelagici, la Federcoopesca ne ha marcati oltre la metà con un microchip collegato ai satelliti, in modo da contribuire all’individuazione delle rotte migratorie e delle modalità di riproduzione. Tra l’altro per i pescatori che, nella prossima campagna, troveranno e riconsegneranno queste marcature ci sarà una ricompensa che va dai cinquanta ai mille euro, conclude l’associazione, ricordando che i risultati nel dettaglio di questa sperimentazione verranno presentati nel corso della prossima sessione 2015 dell’Iccat.