E’ stato un testa a testa interminabile. Alla fine i caucus del partito repubblicano in Iowa hanno decretato la vittoria del favorito Mitt Romney, che però ha preceduto di soli otto voti Rick Santorum, la vera rivelazione della serata: di origini italiane, all’ANSA ha dichiarato di esserne orgoglioso. ”Porto l’Italia nel cuore”, ha dichiarato.
E’ quest’ultimo il vincitore morale delle votazioni tenutesi nel piccolo Stato del Midwest. Votazioni con cui si è aperta ufficialmente la campagna elettorale per le presidenziali americane. Il prossimo appuntamento è ora per le primarie del New Hampshire il 10 gennaio. L’ex governatore del Massachussets Romney ha conquistato 30.015 voti contro i 30.007 dell’ex senatore della Pennsylvania Santorum. In terza posizione si è piazzato con poco più del 21% dei voti Ron Paul, dato all’inizio come il principale avversario di Romney. L’indicazione che arriva dal voto dell’Iowa è comunque quella di una corsa in casa repubblicana oramai a tre, salvo sorprese dell’ultim’ora. Deludente, infatti il risultato degli altri candidati: dall’ex speaker della Camera Newt Gingrich, che ha raccolto poco più del 13% dei voti, all’ex governatore del Texas Rick Perry, che è andato poco sopra il 10% e che – stando alle sue parole – sembrerebbe meditare il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca. Ultima la leader dei Tea Party Michelle Bachmann, che ha raccolto solo il 5% dei consensi ma che – nonostante tutto – continua ad esprimere grande sicurezza: “Nel 2012 alla Casa Bianca ci sarà un’altra Michelle”.
Il caucus dell’Iowa e’ stato più combattuto della storia. In precedenza i risultati più ravvicinati erano stati quando, nel 1980, George H.W. Bush aveva battuto Ronald Reagan per due punti percentuali. Altro caucus combattuto si era avuto nel 1996, quando Bob Dole aveva battuto Pat Buchanan di 3 punti percentuali. Dole vinse con il 26,3% dei voti, il livello più basso nella storia del caucus. Conti in tasca, per la campagna elettorale Mitt Romney ha speso circa 113 dollari a voto, mentre Rick Santorum, con una campagna elettorale decisamente “povera”, fatta in casa, ma soprattutto negli ultimi giorni efficacissima, ha speso 1,65 dollari a voto. Difficile, al momento quantificare cosa significherà in futuro l’endorsement in extremis di Rupert Murdoch all’ex senatore della Pennsylvania.