Gli assassini di Pasquale Guarino sono ancora liberi. Hanno rapinato e ucciso l’agricoltore per 3.500 euro. Questa è la cifra che i banditi hanno portato via. La rapina, dunque, era «riuscita», per questo motivo non si spiega il perché dei due colpi, tra i quali quello mortale, esplosi dopo il primo proiettile che ha centrato a un braccio la vittima. Forse, ma è solo un’ipotesi, Pasquale conosceva i rapinatori, forse li aveva riconosciuti. Per questo, prima di scappare, i banditi hanno ucciso. Un dubbio sul quale stanno lavorando i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere (diretti dal capitano Franco Macera) che seguono le indagini, affidate al pm D’Amodio della procura sammaritana. E, tra le varie attività avviate, il procuratore ha ordinato anche l’acquisizione dei video registrati da alcune telecamere che si trovano nei pressi del mercato ortofrutticolo di Maddaloni. Da quel punto, stando alla ricostruzione dei fatti, sarebbe iniziato, mercoledì pomeriggio, il pedinamento da parte dei rapinatori che hanno seguito Pasquale Guarino fino al suo appezzamento di terra, in contrada Mangiabove a San Tammaro, dove lo hanno ucciso. Il mercato ortofrutticolo di Maddaloni, dove Guarino aveva appena venduto un carico di pesche, non è videosorvegliato, tuttavia nella zona circostante ci sono diversi esercizi commerciali muniti di impianto di telecamere e da quei negoz i carabinieri hanno reperito dei video che potrebbero rivelarsi importanti qualora l’ipotesi del pedinamento si rivelasse giusta. Intanto lunedì mattina verrà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima. Forse i funerali si terranno martedì.

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