Sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni i bersagli preferiti dal virus dell’Hiv e, nonostante anni di campagne informative, si contagiano nell’84% dei casi, ovvero più di 8 volte su 10, attraverso rapporti sessuali senza preservativo. Rapporti che avvengono nel 40% casi dei tra omosessuali maschi.

E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dal Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, che pubblica oggi l’aggiornamento annuale della sorveglianza sulle nuove diagnosi di Hiv e i casi di Aids. Secondo il rapporto, pubblicato in vista della Giornata Mondiale di Lotta contro l’Aids che si celebra il primo dicembre, nel 2014 in Italia 3.695 persone hanno scoperto di essere Hiv positive. Un’incidenza pari a 6,1 nuovi casi ogni 100 mila residenti, che non mostra particolari variazioni rispetto ai tre anni precedenti e colloca il nostro Paese al 12/esimo posto nell’Unione Europea. Il virus colpisce prevalentemente gli uomini, che rappresentano il 79,6% dei casi nel 2014, mentre continua a diminuire l’incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. Il 27% delle persone Hiv positive è di nazionalità straniera. Quanto alle diagnosi di Aids conclamato, dall’inizio dell’epidemia (nel 1982) a oggi sono stati segnalati oltre 67.000 casi, di cui circa 43.000 deceduti. Nel 2014, le nuove diagnosi sono state 858, ovvero 1,4 per 100.000 residenti. Diminuiscono i decessi di persone con Aids ma una quota crescente di persone positive all’Hiv è inconsapevole della propria condizione: tra il 2006 e il 2014 è aumentata dal 20,5% al 71,5% la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività. La conseguenza è che nel 2014, meno di un quarto delle persone ha eseguito la terapia antiretrovirale prima della diagnosi.

 

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